venerdì 9 agosto 2013

WEB-LABORATORY "CAMPI DA GOLF A TENTIZZOS-Bosa/Italy ??? NO, GRAZIE !!meglio, pane e acqua. .

UNA RICERCA: TUTTI GLI IMPATTI DEI PERCORSI GOLFISTICI (update 6/6/2010)
 Crescono  in tutto il mondo i terreni dedicati al “green” ma anche un movimento internazionale antigolf
 CAMPI DA GOLF? NO, GRAZIE!

RICORSI ALL’UNIONE EUROPEA, LA V.I.A.
ED ENORMI COSTI DI GESTIONE LI FRENANO, MA  
IL GOVERNO BERLUSCONI SPINGE PER NUOVI PRATI “VERDI “CON UNA PIOGGIA DI SOLDI PUBBLICI

 IN ITALIA  QUARANTA  PROGETTI CONTESTATI
Legge Regionale Sard. 21 settembre 2011, n. 19
Provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico:
http://www.regione.sardegna.it/j/v/1270?s=176708&v=2&c=&t=1&anno=

La legge regionale sul golf che permette di costruire case e alberghi vicino alle coste in violazione delle norme paesaggistiche, è stata impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale
http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2011/11/23/news/da-rifare-la-legge-sul-golf-niente-case-sulle-coste-1.3597077

          WEB-LABORATORY Local/Global per lo sviluppo sostenibile e durevole .                      Programma/Progetto in gestazione (General Produce Coop.-impresa sociale tipo B)
redatto da Pietro Gosamo-General Produce Coop. ONULS
Bosa/Italy - Progetto: Social/Eco/Hub" SA TERRA E SU MARI" :a)realizzazione n. 300 mini case passive (n.1.200 posto letto) -Sotto progetto "BosaColores " -aree di : -Su Campu "e Mare", -Sa "Sea" -Sa Miniera de "Tentizzos"

A cura di

Andrea Atzori

giornalista pubblicista,,
 laureato in Scienze Politiche all’Università di Cagliari
  tesi di laurea in
Politica dell’Ambiente



Sommario:

- introduzione
- la situazione in Italia
- costi, fallimenti e finanziamenti pubblici
- il consumo d’acqua 
- l’utilizzo dei pesticidi
- l’Unione Europea e l’impatto ambientale
- il dibattito nel mondo
- i promotori del golf
- nota dell’autore


 INTRODUZIONE

Proteste delle comunità locali da una parte,  dall’altra una pioggia di finanziamenti pubblici. Intorno al golf in Italia, ma non solo la disputa c’è, anche se forse non si vede in tutta la sua interezza.

Il governo Berlusconi, attraverso il neo Ministro Michela Vittoria Brambilla ha recentemente approvato ( Consiglio dei Ministri del 16 aprile 2010) un disegno di legge (che dovrà essere vagliato dal Parlamento) per incentivare il golf con soldi pubblici e favorirne lo sviluppo, anche all’interno di aree protette.http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/04/13/visualizza_new.html_1762483796.html

La relazione di presentazione del Ministero del Turismo del nuovo ddl: “Misure per incentivare il turismo sportivo tramite la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti golfistici  .

Il video della conferenza stampa del Ministro Brambilla che illustra il disegno di legge su golf (e nautica), può essere scaricato qui.
Numerose le reazioni politiche all’iniziativa del governo, quasi tutte negative: Sonia Alfano (IDV), LegambienteLega Nord e Pd.

  ovviamente le reazioni di Federgolf.

IL TESTO INTEGRALE DEL DISEGNO DI LEGGE         

DISEGNO DI LEGGE RECANTE LEGGE QUADRO PER LA PROMOZIONE
DEL TURISMO SPORTIVO E LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI DA GOLF

ART. 1
 (Principi generali e obiettivi)
1. La presente legge ha lo scopo di qualificare l’offerta turistica sportiva in ambito nazionale ed internazionale e di promuovere la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti golfistici, nel rispetto del riparto delle competenze fra Stato e Regioni
2. Nel perseguimento delle finalità di cui al comma 1, il Ministro del turismo, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed il Ministro per i beni e le attività culturali, e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, approva il piano di promozione del turismo sportivo, con particolare riferimento alla costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli impianti sportivi dedicati alla pratica del golf. E’ fatta salva l’applicazione della disciplina vigente in tema di valutazione ambientale strategica.
3. Ai fini della predisposizione del piano di cui al comma 2, le Regioni, sentiti gli enti locali, e d’intesa con gli enti parco nazionali e gli enti gestori delle aree marine protette, individuano i siti più idonei a costituire area di sedime degli impianti golfistici; a tal fine accertano altresì la relativa capacità ricettiva attuale e potenziale, verificando in particolare la varietà dell’offerta ricettiva.
ART. 2
(Requisiti degli impianti)
1. Gli impianti, destinati alla pratica del gioco del golf, sono realizzati in conformità alle norme di legge, con particolare riferimento a quelle di tutela ambientale culturale e paesaggistica, di sicurezza, igiene e superamento delle barriere architettoniche, nonché delle norme tecniche per le costruzioni e delle norme in materia di impiantistica sportiva e di percorsi di golf stabilite dal Comitato olimpico nazionale italiano (C.O.N.I.), dalla Federazione italiana golf e dalla International Golf Federation (IGF). Inoltre, nella realizzazione degli impianti va garantito il ricorso alle tecnologie per il risparmio energetico.
2. L’impianto golfistico si inserisce nel pieno rispetto del contesto ambientale ed integrato con le infrastrutture e i servizi eventualmente esistenti nel territorio, rispettando le esigenze connesse all’accessibilità e fruibilità dei diversi spazi, in relazione al tipo di destinazione ed utenza previste.
ART. 3
(Incentivazione alla realizzazione di strutture di ricezione turistica collegate all'impianto golfistico)
1. Le Regioni, sentiti gli enti locali, e d’intesa con gli enti parco nazionali e gli enti gestori delle aree marine protette, promuovono l’individuazione di procedure acceleratorie e di semplificazione amministrativa volte a consentire ai soggetti privati che realizzino impianti golfistici rispondenti ai requisiti di cui all’articolo 2, la possibilità di edificare, solo successivamente alla costruzione del campo da gioco, strutture di ricezione turistica. Tali strutture sono rispondenti ai requisiti ambientali e di risparmio energetico.
2. È fatto divieto, ai soggetti privati che costruiscono strutture di ricezione turistica collegate all’impianto golfistico, di vendere totalmente o parzialmente le predette strutture per un periodo di cinque anni successivi alla messa in esercizio del campo da golf, fatto salvo il caso in cui l’acquirente compartecipi finanziariamente alla gestione e al corretto funzionamento dell'impianto golfistico.
ART. 4
(Realizzazione di impianti golfistici)
1. Allo scopo di agevolare la costruzione sul territorio nazionale di impianti destinati alla pratica golfistica, nell’ambito del piano di promozione unitaria del turismo sportivo, di cui all’articolo 1 comma 2, sono introdotte le seguenti deroghe alla normativa statale:
a) gli impianti golfistici, aventi le caratteristiche di cui all’articolo 2, possono essere realizzati nell’ambito delle aree sottoposte alle prescrizioni di tutela indiretta di cui all’articolo 45 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, previo parere favorevole della competente soprintendenza;
b) gli impianti golfistici, aventi le caratteristiche di cui all’articolo 2, possono essere realizzati nell’ambito delle aree naturali protette di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e successive modificazioni, previo nulla osta dell’ente parco nazionale e dell’ente gestore delle aree marine protette;
c) per la realizzazione degli impianti golfistici, aventi le caratteristiche di cui all’articolo 2, in caso di necessaria adozione dell’autorizzazione paesaggistica si applica la procedura semplificata di cui all’articolo 146, comma 9, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
d) gli impianti golfistici, aventi le caratteristiche di cui all’articolo 2, possono essere realizzati nell’ambito delle aree ricomprese nei piani di bacino di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, previo parere favorevole della competente Autorità di bacino.

2. L’applicazione delle deroghe alla normativa statale di cui al comma 1 è subordinata alla realizzazione di impianti golfistici con un percorso minimo di diciotto buche rispondenti a criteri di flessibilità che li rendano adatti ai diversi tipi di competizione e di livello golfistici.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Le proteste contro i campi da golf crescono in tutto il mondo e  toccano anche l’Italia. Dopo la realizzazione di un numero enorme di strutture golfistiche: oltre 33.700 sono i campi nel mondo esistenti,  (oltre 6.200 in Europa e 384 in Italia), crescono le proposte dei privati, spesso sponsorizzate proprio da finanziamenti pubblici. 

 La crescita dei tappeti erbosi negli ultimi 20 anni e’ stata davvero enorme: dai  2900 nel 1985, i campi sono diventati attuali 6.200 (dato 2002 European Golf Association ).

Il numero complessivo di appassionati e’ stimato oggi in 70 milioni, dei quali 6.5 milioni di persone in Europa e 3 milioni e mezzo di questi iscritti regolarmente ad un club.


 In Italia i circoli sono 183, per un totale di 384 percorsi, compresi campi pratica e  promozionali; 71.000 sono i golfisti italiani tesserati.(dati  da settimanale Vita 14 maggio 2010 http://www.antigolf.org/vita.pdf )

In un anno gli impianti per il gioco del golf in Italia sono cresciuti di 18 unità: dai 285 del  2002, ai 303 del 2003.
   Ogni campo in media (18 buche) si porta via (in consumo territoriale) dai cinquanta ai sessanta ettari; solo nel vecchio continente, stiamo parlando, di  oltre 300.000  ettari di terreno adibiti a percorsi colorati di verde e pieni di buche.
Con l’aumento esponenziale dei campi se ne vanno dunque spazio, terre e acqua, ma la valutazione dell’impatto ambientale rimane ancora un optional ed ecco spiegato come le opposizioni crescano e si  organizzino.

I cittadini cominciano a riunirsi  in comitati, con (o senza) l’aiuto di associazioni e raramente di qualche isolato esponente politico locale e iniziano così a far sentire la loro opposizione al boom dei “green”. I motivi di dissenso e preoccupazione non mancano. Le prime storiche opposizioni alle strutture de golf sono nate in centro-america nel Messico e soprattutto in Asia, dove e’ sorto addirittura un movimento mondiale contro i nuovi campi da golf (GAM, Global Antigolf Movement)su impulso di un giapponese, ex golfista, Gen Morita. 

Ma come mai i campi da golf fanno  paura e vengono contestati? Per quali motivi in tutti i continenti dei cittadini arrivano ad opporsi, anche duramente, alla diffusione esponenziale di questi  nuovi terreni da gioco?
Come mai persino  un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che persegue la promozione della giustizia sociale e il riconoscimento dei diritti umani nel lavoro, l’OIL (l’Organizzazione Mondiale del Lavoro), si esprime in maniera molto critica?

 “La realizzazione  di percorsi golfistici e’ stata un disastro in molti paesi (Filippine, Indonesia, etc) accentuando la penuria d’acqua, attraverso l’espropriazione di terre e la deforestazione , al punto di suscitare la nascita di un movimento internazionale di resistenza, il Global Antigolf  Network
(n.39 giugno 2001, magazine OIL, dedicato al turismo socialmente responsabile).

Questa saggio si propone di cercare una risposta a questi interrogativi e di proporre anche alcune possibili modifiche della normativa italiana sulla Valutazione dell’Impatto Ambientale.

Le risposte ai nostri quesiti possono essere varie e differenti a seconda dei continenti e dei siti, ma le situazioni ritrovano notevoli  analogie e similitudini. Tra queste sicuramente il legame intrinseco di tutti i percorsi golfistici con operazioni immobiliari (spesso speculative), le problematiche riguardanti l’utilizzo d’acqua, eccessivo consumo necessario alla manutenzione della struttura (molte volte proposte in zone siccitose), rischio di salinizzazione della falda nelle zone costiere e possibile inquinamento da pesticidi. Altri motivi di forte opposizione sono  il potenziale pericolo per le  aree di alto valore naturalistico (boschi, foreste, laghi e zone umide) e il conflitto con le attività economiche preesistenti (agricoltura e allevamento in particolare).
Che le preoccupazioni di un incontrollata moda siano crescenti anche in Italia è dimostrato anche dal contenuto di una pubblicazione datata gennaio 2003, realizzata dall’ Autorità Ambientale della Regione Puglia, scaricabile al sito Internet

Le conclusioni della propagandistica brochure (che più volte citeremo), forse troppo  timorosa di non far perdere alla Regione i finanziamenti pubblici del POR (Piano Operativo Regionale) per la realizzazione di nuovi campi, sono però ovviamente del tutto  ottimistiche.

 LA SITUAZIONE IN ITALIA
 Dalla nostra ricerca emerge in maniera documentale che in Italia, negli ultimi anni, sono almeno circa quaranta i comuni dove in qualche modo il progetto di un nuovo campo da golf è stato al centro di forti polemiche pubbliche303 invece, lo ricordiamo,  sono i campi da golf già realizzati nel nostro paese.
Dall'esame dei numeri statistici del golf italiano nel 2003 (resi disponibili dalla Federazione Italiana Golf –FIG), il dato tendenzialmente più preoccupante ai fini del presente lavoro é rappresentato dalla constatazione che la crescita degli impianti di gioco, anche lo scorso anno, é stata superiore alla crescita dei giocatori.
Ovvero nonostante non crescano i giocatori (71.000 secondo gli ultimi dati), continuano in maniera ingiustificata a moltiplicarsi i campi.
Si è così ulteriormente abbassata la media di giocatori per impianto, un numero che ci vede storicamente nelle ultime posizioni nel mondo. La media di golfisti rispetto alla popolazione italiana rimane ancorata allo 0,12% contro la media europea dello 0,94% e quella mondiale dell'1,07%.

La media di giocatori per campo è di 234, mentre la media europea è di 1.031 giocatori per campo e quella mondiale è di 1.848 giocatori per campo. Per la precisione, in base alle statistiche, nel 2003 in Italia gli impianti per il gioco del golf sono cresciuti di 18 unità passando in un anno da 285 a 303 (+ 6,3 %).
La media italiana è di 234 giocatori per campo: la più bassa in Europa.
 Troppi campi dunque per pochi giocatori. Forse anche per questo sono molte più di quante si possa pensare le situazioni locali di conflitto giuridico-politico legate al golf. Le polemiche intorno al golf crescono.

Numerosi sono infatti i casi nei quali i cittadini comuni si sono espressi in assemblee, dibattiti, raccolte di firme, manifestazioni, partecipazioni a provvedimenti di Valutazione d’Impatto Ambientale, esposti alla magistratura e varie azioni legali.
In qualche caso si sono svolti anche dei referendum locali.
  Ma  torniamo alla situazione odierna, Regione per Regione.
Caso per caso, in questo nostro sommario elenco (dal Trentino, alla Sardegna), citiamo i comuni italiani dove si sono registrate  le principali opposizioni alla realizzazione di nuovi  golf o comunque dove ci sono state delle pubbliche discussioni. 

TRENTINO ALTO ADIGE

-Folgaria
Cresce la protesta, nella piccola frazione di Perpruneri. Perché l'ampliamento del campo da golf, che finirà di fatto per chiudere al libero passaggio un'ampia porzione dei prati attualmente fruibili da tutti, non piace a chi quel territorio lo vive da anni

-Marocche di Dro (Dro, provincia di Trento)
Polemiche e opposizioni a non finire apparentemente concluse con una vera e propria   vittoria popolare degli antigolf.
Marocche è il primo comune italiano che ha chiamato i propri cittadini alle urne per esprimersi sull’opportunità di realizzare un campo da golf.
Contro il campo di Marocche , località presso Dro a 5 Km da Riva del Garda, la mobilitazione era  stata imponente,ma la vicenda sembra ancora aperta. Nonostante il referendum comunale, indetto dai consiglieri comunali contrari al progetto, abbia dato un chiaro responso negativo, i proponenti il percorso golfistico ancora non si arrendono.
 Il 14 novembre 1999 il green venne infatti bocciato da circa il 55% degli elettori del comune.
“Democrazia e ambiente sono irrisi, quando a distanza di due anni dal referendum popolare che aveva espresso una volontà contraria, si ripropone il campo da golf nel biotopo delle Marocche di Dro.
La vicenda ha  ancora vasta eco sui giornali e su Internet .

-Tenno (Trento)
Il referendum sembrerebbe essere  lo strumento più diffuso ed efficace nell’alto Garda, stavolta sono stati direttamente i cittadini a raccogliere le firme necessarie, a termini di Statuto comunale, per dare la possibilità a tutti di esprimersi.
Sara’ così forse  Tenno il secondo comune italiano, dopo Marocche, a effettuare un referendum comunale proprio sull’opportunità di realizzare o meno un percorso golfistico.   
 Ecco una sintetica cronistoria della vicenda.
  
Nei primi giorni di luglio del 2002 l'Amministrazione Comunale di Tenno discute in Consiglio la realizzazione di un campo da golf 18 buche stabilendo in breve termine (in data 23 luglio 2002) l'adozione della III variante al PRG - Campo da Golf.
Seguono nel frattempo numerose prese di posizione da parte dei cittadini sulla stampa locale nei confronti dell'Amministrazione per la totale assenza d'informazione del progetto medesimo verso la popolazione residente.
Grazie al clamore suscitato da questi interventi, l'Amministrazione torna sui suoi passi revocando dall'ordine del giorno la questione in oggetto e decide quindi di indire una assemblea pubblica per correre ai ripari.
Anziché accertarsi dell'opinione pubblica viene mostrato un progetto dettagliato di un Campo da Golf illustrato dall'arch. Giorgio Losi.
In concomitanza a questi eventi nasce tra diversi elettori la necessità si una consultazione popolare. Segue in seconda convocazione l'adozione della III variante al PRG per la realizzazione di un campo golf 18 buche votata in minoranza ( 7 consiglieri su 15 ).

In data 13 settembre 2002 si costituisce il Comitato Pro-Referendum di Tenno che comincia a lavorare per una consultazione popolare  per opporsi al progetto attraverso volantinaggio informativo, articoli sui giornali, assemblee e riunioni, osservazioni al progetto stesso. Il  Comitato è coordinato da Emiliano Faccio.

Il quesito proposto "volete che sia costruito un Campo da Golf nel Comune di Tenno?" viene ammesso dalla Commissione Referendaria in data 11 ottobre 2002. Ai sensi dell'Art. 13 del Regolamento Comunale per la partecipazione e la consultazione dei cittadini si procede alla raccolta delle 150 firme di presentazione degli iscritti nelle liste elettorali del Comune.La raccolta delle suddette firme si conclude in data 03 dicembre 2002 con verifica positiva da parte della Commissione Referendaria tramite lettera n.6180 di data 23 dicembre 2002. 

Con delibera n. 54 di data 18 dicembre 2002 viene approvata da parte del Comune di Tenno, sempre in seconda convocazione, l'adozione definitiva III variante al PRG per la realizzazione di un campo da golf 18 buche in C.C. Ville del Monte e C.C. Pranzo.
Seguono incontri tra il Comitato ed il Comune dove viene chiesto insistentemente al Sindaco di indire il referendum prima di una decisione della Provincia che di recente ha approvato una parte del progetto golf.
 Le osservazioni critiche del Comitato al progetto presentato, hanno avuto esito solo in parte positivo poiché il servizio geologico ha dato parere sfavorevole visto che parte del progetto interesserebbe la zona frana, ma il parere non è definitivo e il servizio idrologico non ha dato però parere negativo. Le 9 buche previste a ridosso del lago di Tenno, del borgo medievale di Canale e che congloberanno l'intero abitato di Mattoni sono state così recentemente approvate dalla provincia.

Il lavoro del Comitato continua nell’aprile 2004, obiettivo rimane quello dello svolgimento di un referendum per far tornare la parola direttamente ai cittadini.

Intanto a
-Pietramurata, un'altro paese trentino della valle dei laghi, è stato realizzato un piccolo campo prova (3 buche) su iniziativa (e soldi) di privati , inaugurato con tutti gli onori e in pompa magna, con gli assessori che auspicavano quanto prima la realizzione di un vero 18 buche, ma al primo acquazzone c'è stato uno smottamento che ha interessato parte dell'area del campo.

-Tonadico (provincia di Trento): vasto il dibattito suscitato dal progetto nella Val dei Canali.


Il 6 novembre 2003 si è svolta un’assemblea popolare di cui da notizia il quotidiano l’Adige del giorno successivo.

Più che dibattito, c´è stata una chilometrica esposizione del progetto, circoscritto alle 9 buche ma di fatto tendente alle 18, e l´elencazione delle varie tappe burocratiche e temporali nei vari passaggi di competenze. Poco spazio al resto.
“Primiero viva” ha presentato un documento di nutrite e puntuali osservazioni negative, depositate entro i termini al Via e in parte analizzate nel corso della serata da Daniele Gubert. Altri pareri sono arrivati o stanno arrivando al Via dal Comprensorio (“parere positivo - è la risposta finale - precisando che esso non costituisce premessa per la partecipazione finanziaria degli enti locali, in quanto non esistono sufficienti elementi di ordine economico a supporto dell´intervento”) e dal Parco. Parco, che per bocca del suo presidente Sergio Bancher, ha sottolineato come non possano esserci spazi per un ripensamento: “Quella è la confermata destinazione urbanistica della zona, ci piaccia o non ci piaccia”. Parco che, carta-parere canta, solleva, però, delle perplessità: “Soltanto avvalendosi di una più accurata analisi di tutti gli aspetti del progetto si potrebbero esprimere valutazioni conclusive più verificate. Valutazioni che, comunque, spettano sostanzialmente ad altri. La preminenza delle priorità da perseguire inciderà in termini concreti sulle complessive valenze ambientali del territorio interessato”Non ci sono timori finanziari nell’affrontare l´avventura di 1.500.000 euro
.”  

dal sito
   Per il medesimo progetto in Val Canali, il 22 ottobre 2003 la Società Alpinistica Tridentina (S.A.T.) ha partecipato alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale presentando nelle sue puntali osservazioni scritte, una netta contestazione del  sito individuato. Il testo completo di 14 pagine è scaricabile al sito Internet


-Pieve Tesino (Provincia di Trento)
Con una procedura semplificata di VIA la Giunta provinciale di Trento ha dato il suo assenso, il 18 agosto 2000, con prescrizioni, all’ampliamento a 9 buche del Golf Club La Farfalla sul Col Danè.

-Prato allo Stelvio (Provincia di Bolzano)
A sollevare le critiche è una pubblicazione della CIPRA, la Commissione  Internazionale per la protezione delle Alpi.

 Negli ultimi tempi gli operatori economici e turistici  parlano Della      costruzione di un campo da golf a Prato allo Stelvio in Val Venosta. Un tale progetto comporterebbe la distruzione definitiva del più grande delta fluviale del Sudtirolo e delle sue praterie aride. Il Prader Sand rappresenta, secondo le Direttive Flora Fauna e Habitat dell'UE, un habitat di importanza prioritaria e va quindi assolutamente protetto. Un campo da golf distruggerebbe per sempre il peculiare paesaggio nonché specie animali e vegetali rare che in altre aree del Sudtirolo e dell'Europa Centrale si sono già estinte. Per la popolazione locale e per i turisti questo ambiente ha un valore inestimabile quale area ricreativa dalle caratteristiche uniche.
L'intero territorio di Prato allo Stelvio è situato all'interno del Parco nazionale dello Stelvio. Appena due anni fa è stato presentato con grande entusiasmo alle associazioni ambientaliste il progetto del Parco Nazionale "Aquaprad". Allora si era parlato di costruire una casa del parco e di conservare l'habitat del Prader Sand.
Il campo da golf significherebbe la fine di una parte fondamentale del progetto "Aquaprad". Il Dachverband für Natur- und Umweltschutz, il Club alpino del Sudtirolo, il Landesverband für Heimatpflege e l'Associazione dei biologi del Sudtirolo hanno rivolto un appello ai responsabili affinché si impegnino con decisione per uno sviluppo all'interno del Parco nazionale secondo il modello dell'"Aquaprad" e rinuncino definitivamente al progetto del campo da golf nel Prader Sand.
da CIPRA-Info 61 (agosto 2001) da  Libro nero, articolo Evelyn Tappeiner, CIPRA-Sudtirolo

-Brunico (provincia di Bolzano)

La Provincia autonoma di Bolzano ha approvato il 9 dicembre 2003 l’ampliamento di un progetto esistente da 6 a 18 buche del campo di Riscone.
Interessante evidenziare che la Giunta Provinciale ha deliberato l’approvazione in seguito ad aver consultato il Comitato Provinciale VIA (Valutazione Impatto Ambientale).La delibera n.4530 può essere letta al sito della Regione Trentino Alto Adige  

 FRIULI VENEZIA GIULIA
 -Trieste: la polemica, anche nel 2003, tra WWF e amministrazione comunale monta per il raddoppio del campo da golf di Padriciano

La sezione WWF di Trieste ha espresso un giudizio negativo sul progetto di “raddoppio“ (da 9 a 18 buche, su una superficie che passarebbe da circa 22 a 45 ettari) del campo di golf di Padriciano, sul Carso triestino. Lo ha fatto esprimendosi – nelle osservazioni nell’ambito della procedura di VIA – sugli elaborati integrativi presentati dal “Golf Club Trieste”. Il progetto è stato in effetti modificato rispetto alla prima versione, allo scopo di ridurre il sacrificio di ambienti naturali che aveva motivato vari pareri negativi (tra i quali quello del WWF, espresso la scorsa estate). Il WWF osserva però che anche il nuovo progetto, se realizzato, comporterebbe rilevanti sacrifici di aree boscate e prati, comprese alcune di particolare valore naturalistico per la presenza di biocenosi pregiate dell’ambiente carsico. Inoltre il progetto prevede che una parte delle perdite di questi ambienti naturali siano “compensate” da altri interventi (creazione di un laghetto, manutenzione mediante pascolamento di aree di landa carsica), indicati però assai sommariamente : il WWF osserva che non esiste alcuna garanzia sull’effettiva attuazione ed efficacia di tali compensazioni. In ogni caso, anche se ciò venisse realizzato, rimane il fatto che un danno naturalistico rilevante si produrrebbe nelle aree interessate dal progetto, il quale riguarda pur sempre una struttura destinata ad attività ludiche di élite, priva anche di ricadute socio-economiche.

Una commissione di mitigazione per gli effetti causati dall'ampliamento del campo da golf sull'ambiente naturale è al lavoro.

 -Forni di Sopra (Udine)Il progetto c’è, ma al momento risulta essere stato bocciato a furor di popolo. A dire il vero esiste virtualmente su Internet con il sito  del Golf Club Forni di Sopra, con tanto di foto di Tiger Wood,  e varie pagine web, ma il campo non esiste.
Nei terreni individuati vi era un frazionamento troppo fitto di proprietà private che sarebbe risultato difficile espropriare o contattare i proprietari per proposte economiche visto che molti di essi appunto non risiedono nel comune.

Diverse le associazioni che si sono battute contro la realizzazione del percorso:“La Casina & Masaroul” di Forni di Sopra, Andrazza, “For  da  Difiendi” e “La Casina da Vich”di Vico.

I proprietari della terra interessata al progetto si sono riuniti in apposito Comitato chiamato  “For  da  Difiendi”. Così la proposta ai proprietari della terra da parte della srl ”Investforgolf” di affittare  un’estensione di 55 ha. (una proprietà non governabile che non sarà mai più dei locali) per trent’anni (rinnovabili) a £. 33 al mq/anno, o se volete a Euro 0,017 mq/anno è stata di fatto respinta definitivamente.
  Per il  Comitato i terreni rendono di più al paese se vedono realizzarsi i progetti in atto relativi all’agriturismo, alla gestione faunistica unita al Parco Ragionale, al turismo culturale legato ai notevoli resti del “Castello di Sacuidich”.

In una lettera di un sostenitore del golf, pubblicata sul quotidiano Il Messaggero Veneto il 04/01/2002  si legge che :

“L’anno scorso il progetto di Forni di Sopra fu osteggiato a tal punto che i promotori si spostarono ad Arta Terme sperando di trovare un’aria migliore.”

Sempre la stessa lettera del golfista, pubblicata dal quotidiano di Udine nel 2002, cita altre tre bocciature di percorsi golfistici  in Friuli: PalmanovaLatisana e  la stessa Arta Terme.


VENETO
 -Cortina d’Ampezzo  
Il caso e’ finito sulle pagine del settimanale nazionale Panorama con un articolo di Giacomo Amadori (n.12 del 21/3/2002). In pericolo è il bosco di Fraina Noulù a pochi centinaia di metri dal centro di Cortina d’Ampezzo. Il progetto sembrerebbe in via di approvazione del comune, ma incontra, fra le altre, le opposizioni dei proprietari dei terreni su cui dovrebbe sorgere. http://www.mondadori.com/panorama/area- 2/10052_1.html
la pagina web è stata rimossa dal sito del settimanale, ma può comunque essere letta qui

  Il Promotore è l’Associazione Golf Cortina s.r.l. attraverso l’ex presidente Giovanni Dibona, che ha presentato in comune un progetto per la realizzazione di un percorso golfistico di 18 buche su 66 ettari nell’ampia zona di Fraina, compresa fra l’Hotel Miramonti e l’Hotel Cristallo. Il progetto prevede l’occupazione di 54,296 mq di bosco regoliero (vedi nota) (circa 5 Ha) e di 61 ettari di terreno privato.
I movimenti di terra saranno notevoli, infatti, solo su terreno regoliero si prevedono scavi per 28.305 mc, in zona a rischio idrogeologico, con taglio di 2.080 alberi d’alto fusto, per un totale di 1.314,62 mc. di legname stimato. Le specie tagliate saranno soprattutto di larice (874 piante/792 mc.), piante d’elite in alta montagna, pioniere e consolidatrici del suolo.
Non ben definita appare la sorte dei restanti 61 ha di terra di proprietà privata .
Sabato 6 settembre 2003 l’Assemblea straordinaria delle Regole di Cortina (vedi nota) è stata chiamata a votare il progetto di realizzazione del nuovo campo da Golf a 18 buche in località Peziè-Noulù. Con 558 favorevoli e 171 contrari, è stato dato un primo via libera non senza perplessità. Vengono concessi in gestione  5 ettari di terreno regoliero, per la durata di 30 anni all’associazione Golf Cortina, e in questa terra dovrebbe venir edificata per un volume massimo di 3.000 mc. con altezza di 2 piani compreso il sottotetto, la Club House. Sono anche previsti parcheggi per una misura complessiva di almeno 150 posti auto e manufatti vari (tettoie per il campo pratica). Le Regole chiedono di rispettare il principio del minimo impatto ambientale sui loro terreni, in seguito all’affermazione del presidente delle Regole Cesare Lacedelli, che per mantenere il green verrà fatto uso di sostanze chimiche. (Corriere delle Alpi del 7 settembre 2003) 
L’area interessata dal progetto vedrebbe la presenza di due pSIC (Siti Interesse Comunitario) ai sensi dalla Direttiva Habitat 92/43, compresi all’interno del perimetro del progetto (sup.tot. complessiva di circa 5 Ha). Si tratta di due zone umide di singolare ricchezza floristica e faunistica, posizionati a valle.
Il Presidente del comitato promotore, il regoliere Giovanni Di Bona, noto maestro di sci, è stato recentemente sostituito da De Longhi ( casa di elettrodomestici).
 Nel dicembre 2003 è nato  il Comitato “Emergenza Difesa Terra” con  primo dossier attualmente in produzione e una raccolta firme di esplicita opposizione alla realizzazione del campo da Golf a 18 buche in località Fraina- Noulù. Al Comitato ha aderito l’attore Paolo Villaggio (Corriere delle Alpi 14 marzo 2004).
Anche il settimanale Mondo Agricolo Veneto si è occupato di questo caso.
 Nota:
Le “Regole”d’Ampezzo  gestiscono la circostante proprietà collettiva agro-silvo- pastorale.Si tratta di una proprietà collettiva che sta fra il diritto pubblico  e quello privato, indivisibile e inalienabile. Non può essere venduta ne divisa e la destinazione d’uso deve restare tale e quale.


 -Peschiera e Castelnuovo del Garda (Verona)
Una denuncia alla magistratura, Procura della Repubblica di Verona, in questo caso e’ partita direttamente dai Verdi Europei,  a farla e’ stata la coopresidente del gruppo parlamentare italiana ed eletta in Belgio, Monica Frassoni. Promotrice del progetto che prevede ancora una volta anche volumetrie residenziali, la società Di Canossa Matilde srl all’interno del piano di lottizzazione comunale Golf Club Villa Paradiso. Parte del progetto ricade nel Parco Regionale del Mincio.

-S. Martino Buon Albergo (provincia di Verona)
 Magistratura e Comune sono intervenute per la demolizione di abusi edilizi ed ambientali legati ad un campo da golf.
L’ufficio tecnico comunale del Comune Veneto ha ordinato alla tenuta Musella spa, a Gianluigi Leardini e a Carlo Alberto Pagliarini di «demolire le opere costruite irregolarmente e riportare i luoghi modificati senza autorizzazione allo stato originario»: non possono essere sanati, afferma il Comune, gli abusi edilizi e ambientali che riguardano i fabbricati e i terreni sequestrati il 9 ottobre 2000 dal tribunale di Verona, affidati in custodia dal giudice Schiavon all’agronomo Pagliarini e oggetto dei contratti preliminari tra tenuta Musella spa e l’agricoltore Gianluigi Leardini. «Rimuovere l’impianto che alimenta il lago artificiale», ordina quindi il Comune, «sistemare la fossa Draga, piantare gli alberi tagliati nel bosco, distruggere tutti i ponti in legno e quello in tubi di cemento, ripristinare gli interni dell’edificio della corte Tetra», quello che ospitava la sede del circolo di golf, e ancora «destinare di nuovo all’agricoltura il piazzale vicino, abbattere la tettoia utilizzata dai soci per gli allenamenti, utilizzare i fondi che costituiscono il campo di golf per l’attività agricola e non più per quella sportiva».Anche la conferenza dei servizi convocata il 13 giugno - che riuniva sindaco, Soprintendenza ai beni ambientali e monumentali di Verona, Provincia, ufficio tecnico comunale, Forestale, Genio civile e Consorzio di bonifica - discutendo le sanzioni sui cambiamenti fatti in Musella senza permessi, aveva deciso di
 «vietare l’esercizio dell’attività sportiva golfistica».


 La Commissione Comunale Edilizia Integrata nella seduta del 6.06.2000 relativamente ad "Accertamento opere edilizie abusive in Località Musella - Campo da golf e accessori - " si é così espressa:
Innanzi tutto si premette che l'abuso è stato realizzato in area soggetta ai Vincoli Ambientale - Paesaggistico e le caratteristiche degli interventi realizzati sul territorio sono tali da configurare una attività sportiva di carattere pubblico e ciò troverebbe conferma anche nell'avvenuta affiliazione alla Federazione Italiana Golf. Trattandosi pertanto di attività comportante un diverso carico urbanistico tipico di una Zona Territoriale Omogenea "F" piuttosto che di una attività rurale interna alla Zona "E" Agricola, e trattandosi di attività di trasformazione territoriale , questa va assoggettata a Concessione edilizia , l'intervento quindi è realizzato in difformità dalla destinazione di piano e quindi ai sensi dell'art. 92 L.R. 61/85 è prevista la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi. Si ravvisa il danno ambientale solo sugli interventi edilizi effettuati su Corte Tetra e sui ponti . La C.C.E.I. ritiene opportuno applicare l'art. 92 della L.R. 61/85 con l'Ordinanza di demolizione ed il ripristino dei luoghi. La C.C.E.I. ritiene opportuno che un legale verifichi il percorso procedurale sopra esposto e le conclusioni proposte supportando il suo parere con adeguate motivazioni anche tenuto presente il disposto dell'art. 9 delle Norme di Attuazione della Variante al P.R.G. Musella , che prevede procedure più restrittive rispetto a quelle di Legge per l'Autorizzazione e la Concessione di interventi edilizi";

Testo tratto dalla delibera di Giunta Comunale per l’assunzione spesa per parere legale  in merito alle opere abusive delle Ditte  Tenuta Musella s.p.a.– Leardini,  dal sito



PIEMONTE
-Momperone (Alessandria)
E’ polemica su un progetto che dovrebbe essere finanziato dalla Regione Piemonte per sei milioni di euro. I Comitati Scrivia ospitano un articolo di AntonelloBrunetti.
Il consigliere regionale dei Verdi Enrico Morioni è primo firmatario di un’interrogazione presentata il 22 ottobre 2003.
Alcune osservazioni sul progettato campo sono stilate da Giuseppe Raggi al sito Internet


-Macugnaga (Verbania)
Il circolo Verbano di Legambiente di Verbania, Piemonte, con la presidente la d.ssa Amelia Alberti, interviene in aperta contestazione di un campo da golf a Macugnaga con delle osservazione alla variante del Piano Regolatore.


-Sizzano (Novara)
 Ricorso al TAR presentato dal WWF contro la costruzione del complesso alberghiero-turistico a Sizzano, con annesso impianto golfistico (Piemonte) .

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte le motivazioni che escludono la VIA per il campo da golf

LOMBARDIA
-Varese
Non poche le polemiche che hanno accompagnato la realizzazione del campo a Cascina Belmonte.Nonostante pareri legali negativi il campo è stato realizzato.Nella  Denuncia di inizio attività da parte del proprietario del terreno si parla di “sistemazione agricola atta a consentire il gioco del golf  come da descrizione ed elaborati allegati” .Molto interessante la cronistoria leggibile su Internet


Tolcinasco (Milano)

Turbolenta la realizzazione di questo campo, contornata anche da alcuni arresti.


Paolo Berlusconi di recente,  il 16 luglio 2009 è stato condannato civilmente per «danni ambientali irreversibili» . Dovrà versare 4,5 milioni di euro al Comune di Pieve Emanuele per il golf di Tolcinasco. La condanna arriva dalla decima sezione civile del Tribunale di Milano. Paolo Berlusconi dovrà risarcire al comune di Pieve Emanuele 4,5 milioni di euro. Poco meno dei 5 milioni chiesti da Francesco Argeri, l’ex sindaco del Comune alle porte di Milano che ha portato il fratello del premier davanti ai giudici per il risarcimento del danno ambientale causato.

Dal quotidiano Terra


Le prime denunce alla magistratura che riguardano in qualche maniera il golf risalgono agli anni’90  in Lombardia e si riferivano proprio ai progetti del  Golf Club di Tolcinasco, nel parco agricolo sud di Milano, e di Besate nel Parco della Valle del Ticino.
Azioni che hanno portato a risultati concreti e per certi versi clamorosi come una condanna giudiziaria definitiva per il fratello dell’attuale Presidente del Consiglio, Paolo Berlusconi.
 ”È stata confermata dalla sesta sezione penale della Cassazione la condanna a un anno di reclusione per l'imprenditore Paolo Berlusconi. L'accusa per il fratello del cavaliere era di corruzione per il pagamento di tangenti, ad amministratori del Comune milanese di Pieve Emanuele, finalizzate in questo modo a ottenere la licenza per realizzare il campo da golf di Tolcinasco. Il progetto del Berluschino prevedeva anche la costruzione della modica quantità di 200 appartamenti per i giocatori. Così la suprema corte ha confermato il "verdetto" di secondo grado emesso, tramite patteggiamento, dalla Corte di Appello di Milano nell'ottobre del 1997. In particolare i supremi giudici hanno rigettato del tutto, oltre al ricorso di Paolo Berlusconi, anche quello di Franco Francescato e Vittorio Martinetti: in più sono stati condannati anche al risarcimento delle spese processuali e degli onorari del comune di Pieve Emanuele, che in questo processo si era costituito parte civile.”.
Testo tratto dal quotidiano La Padania del 7 maggio 1998 e dal sito Internet

Sempre per i danni  ambientali causati  dall’impatto della costruzione del medesimo Golf Club di Tolcinasco, il sindaco del Comune di Pieve Emanuele (Lombardia) Francesco Argeri (Ds), ha chiesto nel 2002, attraverso una causa civile, un risarcimento-record di dieci miliardi di lire (5 milioni di euro) al già menzionato Paolo Berlusconi.  

-Busto Arsizio (Varese)
In una lettera del 18 marzo 2004 Legambiente di Busto Arsizio con  Stefano Marcora contesta l’approvazione da parte della Giunta comunale di Busto di una Convenzione per la concessione della metà dei terreni di proprietà del comune di Busto Arsizio nel Parco alto milanese (11 ha su 25), per realizzare una serie di strutture sportive, tra cui primeggiano un campo allenamento golf ed un campo da pitch and putt (analogo al gioco del golf). In questo atto amministrativo è stato dato il diritto di superficie per venti anni ad una Cooperativa, la quale si impegnerà a realizzare strutture sportive ed edilizie per la cifra di un milione di euro. L’intera lettera può essere visionata su:




-Santa Naga (Como)
Ampia discussione della comunità intorno alla presentazione di un progetto nella frazione di Fecchio, Santa Naga.
Gruppo di opposizione è attivo anche su Facebook http://www.facebook.com/group.php?gid=97320653801



LIGURIA
-Villanova D’Albenga  (provincia di Savona)
Dopo il campo di Garlenda e quello annunciato alle Manie è prevista la realizzazione di un terzo complesso golfistico a 18 buche nella  provincia di Savona. La Sezione di Savona del WWF,  informa che è stata deliberata recentemente dalla Regione Liguria con la delib. n. 36 del 30/09/03 una Variante integrale al Piano Regolatore generale del Comune di Villanova di Albenga con correlativa modifica al PTCP e con effetto di integrale subdelega alla civica amministrazione delle funzioni di rilascio delle autorizzazioni paesistico ambientali dlgs 490/99.Da quanto emerso dalla Variante approvata dal Consiglio Regionale è appunto prevista la realizzazione di un impianto golfistico a 18 buche. Complesso che sarà allargato da una serie di nuovi edifici per un totale di circa 135.000 metri cubi.
Una parte delle aree dove è prevista la concentrazione volumetrica, è stata percorsa da incendi nell'Agosto 1989, il che non consentirebbe trasformazioni rispetto alla situazione preesistente in base alle leggi vigenti (l. 353/00). Inoltre nell'area dove è previsto il "campo" sono stati individuati due SIC (Siti di Interesse Comunitario) identificati con le sigle IT1324909 "Torrente Arroscia e Centa" e IT1324896 "Lerrone-Valloni".
   


-Noli
Il WWF di Savona sostiene che ''un'eventuale realizzazione dell'impianto da golf stravolgerebbe una zona soggetta a regime di tutela (area carsica) per la complessità e le specifiche peculiarità naturali ed ambientali che la contraddistinguono. Qui il piano prevede la realizzazione di 30 mila metri cubi di volumetrie edilizie. Per questo il WWF di Savona contesta duramente l' approvazione della variante integrale al Prg del Comune di da parte della Regione Liguria''.(ANSA Ambiente 10/11/2003 13:05)

-Imperia
Sul quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione del 20 luglio 2003 arriva l’eco del maxiprogetto del porto di Imperia che comprende anche un  campo da golf considerato opera socialmente utile.

-Luceto (provincia di Savona)
Indagine della Procura su alloggi abusivi nel golf di Albisola.



EMILIA-ROMAGNA

-Contignaco (frazione di Salsomaggiore Terme, provincia di Parma)

-Ravenna
Il 14 aprile 2003 è stata pubblicata la deliberazione con cui la Giunta comunale di Ravenna ha certificato la Valutazione di Impatto Ambientale negativa sul progetto di impianto golfistico di Casalborsetti, presentato dalla società Marina di S.Vitale nel settembre 2002.
Interessanti, come rilevato in precedenza, i lavori della Conferenza che ha svolto la procedura di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale).L’organismo ha iniziato i lavori il 24 ottobre 2002 e li ha conclusi il 23 marzo. Essa ha sostituito tutte le autorizzazioni, licenze, pareri e altre competenze varie in materia di tutela ambientale e paesaggistica territoriale di competenza dei vari enti pubblici interessati. Hanno dunque composto la Conferenza i rappresentanti dei servizi Ambiente del Comune e della Provincia di Ravenna, dell'ente Parco del Delta del Po, dell'ARPA, dell'AUSL, della Soprintendenza ai beni ambientali e del Consorzio di bonifica Romagna Centrale.
L'area interessata dal progetto sorgeva tra Casalborsetti e il fiume Lamone, a ridosso della risarina e della pineta. E' compresa, per 143 ettari su 595, nella zona di pre-parco classificata come pSIC (Sito di Interesse Comunitario della Rete Natura 2000) e denominata: "Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini". Comprende anche le seguenti zone disciplinate dal PTRP (Piano Territoriale Regionale Paesistico) tramite il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale): zone di tutela della costa e dell'arenile; zone di particolare interesse paesaggistico ambientale; sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica; zone di interesse storico testimoniale-terreni interessati da bonifiche storiche di pianura; elementi di interesse storico testimoniale-viabilità panoramica; parchi regionali.
Il progetto comprendeva la realizzazione di un percorso golfistico con 18 buche, di un'area residenziale di circa 300 appartamenti in case a schiera, di servizi commerciali e ristoranti, di un albergo-residence e di una club house del golf, con le relative infrastrutture, comprendenti parcheggi pubblici e privati, una piazza pubblica, ecc.
   
Il gruppo consiliare della Lista per Ravenna ha partecipato alla procedura e sul suo sito abbiamo trovato queste notizie
Analoga posizione è stata espressa dalla capogruppo dei Verdi in Consiglio Comunale M.Grazia Beggio

-Reggio Emilia
 Un esposto dell'associazione 'Il Gabbiano' è stato presentato  19 luglio 2003 sulla procedura di valutazione di impatto ambientale per l'intervento urbanistico denominato "Piano Particolareggiato di Iniziativa Privata relativo ad un'area posta in località S. Bartolomeo – Matilde di Canossa Golf S.p.A." approvato dal Consiglio Comunale di Reggio Emilia nella seduta di venerdì 11 agosto.
Il consigliere provinciale di Rifondazione Comunista Giuseppe Zuelli ha presentato un'interrogazione  chiedendo "se la Giunta Provinciale ritenga fondate le osservazioni contenute nell'esposto sopra richiamato in merito alla legittimità della procedura seguita dal Comune di Reggio Emilia". Infine chiede "se e come la Provincia intenda operare, prima dell'inizio dei lavori di cantiere, per fugare ogni dubbio circa il pieno rispetto delle leggi di tutela ambientale".
La vicenda vivacizza non poco il mondo politico reggino.
I consiglieri regionali Leonardo Masella (Prc) e Daniela Guerra (Verdi) chiedono alla Giunta Regionale, in  un' interrogazione, se sia vero che la Regione non abbia ritenuto necessaria la Valutazione di impatto ambientale (Via) per la costruzione di 80-90 appartamenti di pregio, un albergo e un'area termale nei terreni del Golf club 'Matilde di Canossa' a Reggio Emilia, come sostengono Comune e Provincia. Il piano particolareggiato approvato dal Consiglio comunale nel luglio scorso, ricordano i due consiglieri, prevede questi nuovi insediamenti in una zona di altissimo valore paesistico, sulla quale esisteva un vincolo, poi rimosso. Cosi' Masella e Guerra chiedono alla Giunta di attivare la procedura di Via per salvaguardare quell'area di notevole pregio per la fascia pedecollinare, anche in ragione di esposti e proteste di associazioni ambientaliste.

-Ozzano
Per difendere le colline bolognesi sorse il  comitato di Ozzano  in opposizione al Golf Club Abbadessa già negli anni 90.


UMBRIA
-Spoleto
Contro il progetto della Spoleto International Golf e’ intervenuta direttamente la Legambiente di Spoleto con un comunicato stampa del 22 giugno 2002, secondo la quale ancora una volta ”il verde del green sarebbe in realtà una sorta di cavallo di Troia per far passare vere e proprie speculazioni edilizie scavalcando i vincoli urbanistici con la scusa di realizzare un ecologissimo campo da golf circondato da ville, club house, albergo, piscine, campi  da tennis, maneggio. Tutti accessori che con la pratica di questo sport hanno ben poco da spartire”.

TOSCANA

Bagnaia (Siena)

-Manciano (Grosseto)
Il consiglio provinciale di Grosseto si è occupato del campo di Manciano nel 1999 con la delibera 135.La disputa è ancora una volta sul legame golf  intervento turistico-ricettivo e coinvolge oltre che provincia e comune anche la stessa Regione Toscana che nel 1997 ha rivolto appositi rilievi.In questa delibera il Consiglio esprime il suo parere  ai sensi dell'articolo 40 comma 13 L.R. 5/95.
Nel '97 il Comune di Manciano ha avviato un procedimento di formazione di una variante urbanistica al Piano regolatore generale vigente per la realizzazione di un campo da golf in località Pianetti di Montemerano, all'interno dell'Azienda agricola forestale omonima. Nel luglio '98 ha poi approvato questo strumento nonostante la nota dell'Amministrazione provinciale del marzo del '98, in cui si valutava positivamente soltanto l'intervento turistico ricettivo relativo a questo progetto, eliminando pertanto la localizzazione del campo da golf, non ritenuta compatibile con le finalità della legge regionale 5 del '95, anche in relazione ad analoghe previsioni già contenute nel Piano regolatore di Manciano e nonostante la nota della Regione Toscana.
Con questo secondo atto si rilevava che un percorso golfistico omologato da 18 buche non poteva essere considerato struttura accessoria ed integrata nell'ambito dell'attività di un'azienda agricola e che questa variante risultava priva di un quadro conoscitivo sufficiente sia sotto il profilo ambientale ed urbanistico (risorse idriche, strutture di servizio, bacino di utenza, caratteri morfologici e paesaggistici) che sotto quello economico. Nel giugno di quest'anno la delibera è stata, però, revocata dalla Giunta comunale dal momento che, a seguito di approfondimenti, venivano attribuite a tale progetto caratteristiche di attrezzatura sportiva quale zona F. Nella stessa sede è stata adottata una seconda delibera (n.47 del '99) con cui si è avviato un nuovo procedimento per una seconda variante per la realizzazione del campo da golf in località Pianetti definendo la previsione come zona omogenea F e modificando ed integrando la NTA, la relazione tecnica e approvando le tavole integrative del progetto .A questo successivo strumento il Consiglio provinciale ha dato comunque parere di incompatibilità perché in contrasto con il PTC attualmente vigente, che prevede nel territorio di Manciano un solo impianto da golf di 18 buche nell'area di Saturnia, invitando il Comune a riconsiderare un'unica localizzazione per un impianto del genere. Su indicazione del gruppo di maggioranza, però, nell'ambito della deliberazione sono stati inseriti espliciti riferimenti al fatto che il PTC è uno strumento flessibile che, per sua natura, è soggetto ad aggiornamenti biennali, segnalando, così, agli amministratori comunali la possibilità di una revisione che dovrebbe avvenire, ormai, nell'arco di un anno e mezzo.
Il voto: la deliberazione è stata approvata a maggioranza con l'astensione dei gruppi consiliari di Forza Italia e Alleanza Nazionale ed il voto contrario del consigliere Hubert Corsi (Ccd), motivato dalla convinzione che, essendo passato il termine perentorio previsto dalla legge regionale, la Provincia non potesse più deliberare su questo punto”.
Dal sito Internet della Provincia di Grosseto, seduta del 21 dicembre 1999 (delibera n.135).
http://www.provincia.grosseto.it/prov_inf/consigli/c_211299_1.htm
Per rispondere ai rilievi della Regione il Consiglio Provinciale di Grosseto, ha redatto un’apposita relazione che porta la firma di Fulvio Bani ed è scaricabile al sito
http://www.provincia.grosseto.it/territorio/tgr2003/bacheca/workinprogress/so_p_1a.pdf
In questa relazione, depurata dagli elementi propagandistici, si trovano  anche interessanti dati e riflessioni generali sul golf.


MARCHE
-Sentina (Ascoli Piceno)
 Un campo da golf. E’ quello che potrebbe diventare l’area naturale della Sentina, circa 200 ettari lungo il litorale marchigiano, tra il paese di Porto d’Ascoli e il fiume Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Un “green” patinato e “pettinato” che andrebbe ad alterare gli equilibri naturali dell’area, una delle poche sopravvissute alla cementificazione della costa, per l’esclusivo interesse di pochi. E se il golf non va bene, ecco l’alternativa: un ippodromo. Insomma, gli appetiti economici sembrano andare contro qualunque proposta di valorizzazione naturalistica e sviluppo sostenibile di quest’area. Anche se Massimo Marcaccio, assessore all’Ambiente della Provincia di Ascoli Piceno, rassicura: «C’è un accordo fra le istanze dei diversi soggetti interessati. Ci impegneremo per evitare nuovi scempi ambientali».
(da articolo di Marco Giovenco - La Nuova Ecologia, Marzo 2003)
ABRUZZO
Golf Brecciarola (Chieti): terreni all’asta (2010).

Rocca di Mezzo (AQ): Opposizione del WWF al progetto.

LAZIO
Appia Antica. denunciato un campo da golf " abusivo "(1992).

PUGLIA
-Toritto (Bari)
Un gruppo di imprenditori ha presentato un progetto mediante lo strumento degli accordi di programma; assieme al golf, 250 ville, torre panoramica, albergo da 300 posto, sala conferenze da 600 posto, ristorante, piscine, beauty farm, campi da calcio , tennis, ecc Il tutto nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Sito d’Interesse Comunitario e Zona di protezione speciale. Attualmente il progetto e’ al vaglio della Regione. Voci contro si riscontrano nelle tv e stampa locale. Il settore ecologia della Regione Puglia ha deliberato parere negativo per il progetto. I proponenti hanno così fatto ricorso al Presidente della Repubblica. Secondo le affermazioni del Senatore Verde Sauro Turroni i ritardi nell’istituzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia sono legati proprio a questo ricorso.
Il progetto contrastava in modo evidente con una doppia categoria di vincolo: “Europeo”, essendo questa una zona SIC (sito d’interesse comunitario) e ZPS (zona di protezione speciale), ma anche con il Parco dall’Alta Murgia, nel quale ricade l’area d’intervento.
Il Parco dell’Alta Murgia ha fatto sentire notevolmente il suo peso nella decisione della Regione nonostante non sia stato ancora definitivamente istituito. Infatti fra i tanti punti che vengono elencati per motivare la decisione della Regione Puglia, c’è il seguente: “L’opera entra in conflitto con le ipotesi di istituzione e le norme di salvaguardia dell’istituenda area protetta del Parco Nazionale dell’Alta Murgia”.
Il progetto era stato presentato da una società denominata “Parco di Federico II di Svevia”, circa due anni fa  e prevedeva la realizzazione di un’imponente struttura turistico-ricettiva (nei pressi della masseria Il Quarto): 300 tra ville e alloggi di altro tipo, strutture sportive, parcheggi per 20000 metri quadri, torre panoramica, ristorante, albergo, sala conferenze e ovviamente …. campo da golf
Sul BUR (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia ) del 5 Marzo scorso è stata pubblicata la determinazione del Settore Ecologia della Regione Puglia, con la quale viene espresso parere negativo sul progetto di cui stiamo parlando



-Santeramo (Bari).Un  risultato e’ stato raggiunto con la bocciatura da parte del Consiglio di Stato di un campo da golf in agro della Provincia di Bari.

-Taranto
Nel 2002 Legambiente ha assegnato le bandiere nere anche
Ai pirati del Golfo di Taranto. 150 chilometri di villaggi e porti turistici ridisegneranno il profilo di due intere province costiere, quella di Taranto e quella di Matera. Migliaia di posti letto e posti barca all’interno di zone umide e Siti di Importanza Comunitaria. A cominciare dal megaprogetto Nuova Concordia a Castellaneta Marina, oggetto di uno specifico Accordo di Programma che ha previsto un investimento iniziale di 520 miliardi di lire per un complesso di alberghi, villaggi turistici, edilizia residenziale, parchi a tema, campi da golf, infrastrutture commerciali e sportive su un’estensione di circa 1000 pregiatissimi ettari di territorio a ridosso di una riserva biogenetica.”

-Fasano (Brindisi) Il circolo Peppino Impastato di Rifondazione Comunista di Fasano esprime la sua opposizione il 23 luglio 2002  ai
 “progetti di speculazione rappresentati dal Consorzio turistico Fasano-Egnathia, che hanno la loro punta di diamante nel campo da golf e nel suo programma di accaparramento della costa e dell’interno con orripilanti costruzioni, nonché del sistematico svuotamento della falda acquifera e dello sperpero di milioni di metri cubi di acqua al giorno con buona pace della crisi idrica e della fame dei contadini.”

Sui campi pugliesi una puntata di Scandali Al Sole, programma di Radio Capital, condotto dalla Iena Alessandro
Sortino è andato in onda il 26 febbraio 2004

CALABRIA
-Reggio Calabria
Con un comunicato stampa del  7 gennaio 2004 il consigliere provinciale del PRC (Partito della Rifondazione Comunista) di  Reggio Calabria, Omar Minniti, interviene criticamente sulla decisione dell’Amministrazione Fuda di istituire nella   provincia una rete di campi da golf.
    Un’idea programmatica e progettuale in tal senso è stata approvata dalla Giunta provinciale il 19 dicembre, giustificata dalla volontà di creare un’accoppiata “golf-turismo”, al fine di “intercettare flussi turistici in tutto l’arco dell’anno, con provenienze globali”.
 Nei progetti di Fuda, presidente dell’amministrazione provinciale, vi è la costruzione di un totale di 25 campi su tutto il territorio della Provincia, suddivisi per ogni Distretto, tenendo conto della “necessità di localizzare un numero minimo di 3, 4 o 5 campi da golf nell’arco di 50 chilometri”. Costruzione che toccherebbe, secondo le diverse ipotesi esaminate, ad un Consorzio esclusivamente pubblico, ad una società mista di capitali pubblica-privata o direttamente a imprese private.
Nel progetto di massima presentato dal settore “Attività produttive e sviluppo locale” già si individuano le zone che potrebbero essere oggetto di interventi. Tra queste spiccano:
 Scilla, Palmi, Melito Porto Salvo, Palizzi Marina, Bianco, Locri, Siderno e Roccella.
Il comunicato stampa di Minniti cita  il “no” ad un campo da golf ,  Montechiarello,  registrato qualche anno fa.

Il sito di un periodico ecologista
 cita l’opposizione ad un  progetto di    campo da golf a Montechiarello
Radio Capital ha dedicato una puntata del programma Scandali al sole della Iena Alesando Sortino al mega progetto golf della provincia di  Reggio Calabria, il 4 marzo 2004

SICILIA
La Regione Sicilia nel 2008 ha approvato, dopo polemiche ed un iter tormentato, una legge che regolamenta i campi da golf. La  norma,  varata con 47 voti a favore e 29 contrari, prevede che in Sicilia i campi possano essere realizzati anche derogando al divieto di edificare entro 150 metri dalla battigia.


Ma vediamo il quadro della situazione.
-Siculiana (Agrigento)
Un campo da golf a 18 buche è stato proposto all’interno della Riserva Naturale ”Torre  Salsa” Siculiana-Agrigento dalla società Torre Salsa Turistica s.p.a..
 Con un’ istanza urgente di accesso agli atti e partecipazione al procedimento amministrativo del 23 marzo 2004Gianni Mento e Angelo Dimarca, rispettivamente Dirigente  Regionale Aree Protette dell C.A.I (Club Alpino Italiano) Sicilia– e Responsabile Reg.le Dipartimento Conservazione Natura di Legambiente Sicilia, hanno aspramente criticato  questo progetto.
La località interessata è un Sito di Importanza Comunitaria (cod. ITA 030041), Oasi di Protezione e Rifugio della Fauna Selvatica ed è interessata da Vincolo Paesaggistico. Il progetto prevede inoltre un   prelievo acque dal Laghetto Gorgo di Montallegro e rischia di determinare la sottrazione di enormi quantità di acqua dall’ Oasi Naturalistica della LIPU e da una importante zona di sosta di migratori acquatici,  in cui sono presenti specie protette, rare o di interesse comunitario. Una prima vittoria ambientalista è la decisione  Consorzio di Bonifica di Agrigento che ha negato la prevista concessione di acque per uso irriguo. Il progetto prevede, tra l’altro, l’esecuzione di movimenti di terra, la realizzazione di modifiche morfologiche e plano-altimetriche per la costruzione del percorso da golf, l’apporto di ghiaia, sabbia e torba per la costituzione del green, la realizzazione di impianti di irrigazione e il drenaggio delle acque piovana. Per la creazione ed il mantenimento del green è previsto l’utilizzo sino a 200.000 mc annui di acqua

-Sciacca (Agrigento)
Il caso, clamoroso e recente stato sollevato dal settimanale L’Espresso nel numero del 18 dicembre 2003 è successivamente approdato alla Camera dei Deputati grazie ad una interrogazione parlamentare (4-08388) al Ministero dell’Economia e delle Finanze del deputato del PDCI Giuseppe Cosimo Sgobio .



 “Nell'elenco dei programmi dell'agenzia governativa "Sviluppo Italia" per rilanciare il turismo nel Mezzogiorno del nostro Paese - con un piano di impieghi di denaro complessivo pari a 770 milioni di euro - l'investimento maggiore è stato localizzato a Sciacca, in provincia di Agrigento, e porterà in tasca alla famiglia della moglie del sottosegretario al Ministero dell'Economia e Finanze Gianfranco Miccichè, 4 milioni e 400 mila euro, poiché una parte dei terreni su cui sorgerà un grande golf resort, infatti, è di sua proprietà .Inoltre pare che sui terreni in cui sorgerà il golf resort è in corso un'inchiesta penale per estorsione e che tutta la città di Sciacca nei giorni subito appresso l'assegnazione fu tappezzata da manifesti con il simbolo di Forza Italia dove era riportata la seguente frase: "ritornano a Sciacca i grandi investimenti con Gianfranco Miccichè.
Siamo di fronte ad un imbarazzante, chiaro, macroscopico ed evidentissimo conflitto di interessi e per questa ragione invito il Ministro Tremonti, in nome della trasparenza, tenuto conto che parliamo di finanziamenti statali, ad adoperarsi al fine di far conoscere, nei dettagli, all'opinione pubblica italiana, la modalità e la formale dinamica di tale assegnazione e affinché faccia conoscere anche quali erano gli altri ed eventuali programmi di intervento concorrenti.”

Dall’Ufficio Stampa del PdCi (Partito dei Comunisti Italiani)
Il contenuto  del comunicato riportato  è testuale: la data è del 15 dicembre 2003.
Il sito Internet che lo pubblica è il seguente:




   SARDEGNA
 -Santa Teresa di Gallura
 Al settimanale Carta non è sfuggito un progetto di campo da golf nel comune del nord Sardegna.

“…C’è, per esempio, il nuovo campo da golf, del quale gli ambientalisti nulla dicono di sapere e di cui troviamo tracce nel sito del comune, alla voce «Settore edilizia privata». Si «rende noto che con Deliberazione del Consiglio Comunale n° 29 del 10 Giugno 2003 esecutiva nella forma di Legge è stato adottato Piano di Lottizzazione stralcio comparto «G11.6» - campo da golf e struttura alberghiera in loc. Li Mizzani Ditta So.Co. Medit». Un campo da golf in una terra dove l’acqua è più preziosa dell’oro? «Nessun campo da golf – ipotizza il responsabile di Legambiente – probabilmente si tratta dell’ennesima lottizzazione: un modo come un altro per aggirare gli ostacoli».

Il progetto aveva avuto il parere favorevole della Regione

E mentre ancora una volta è evidente lo stretto legame tra golf e immobili,  un  villaggio turistico nello stesso comune, di Santa Teresa, citato nello stesso articolo del settimanale Carta, è stato posto sotto sequestro il 10 dicembre 2003.Si tratta della proprietà immobiliare Porto Quadro Srl dell’impresa di costruzione Garbari di Trento, sotto accusa per abusi edilizi dalla Procura della Repubblica di Tempio.
“Il grande cartello pubblicitario, all’ingresso del residence “Castello di Gallura”, annuncia che la spiaggia di Porto Quadro è lì a due passi. A cento metri dal mare, così è scritto nel pannello. E il Comune di Santa Teresa ha autorizzato una residenza alberghiera, proprio di fronte alle Bocche di Bonifacio. Invece, secondo il pm di Tempio Giovanni Porcheddu, l’albergo è diventato un villaggio con 74 villette. Le guardie forestali ieri hanno impiegato quasi cinque ore per metterle tutte sotto sequestro.  
Testo tratto dall’Unione Sarda dell’11 dicembre 2003




-Stintino
Problemi giudiziari  per il campo, con annesso villaggio immobiliare, della Bagaglino Holding.Il proprietario Mario Bertelli è finito in carcere insieme ad altre 8 persone. Le accuse nei loro confronti sono quelle di bancarotta fraudolenta e frode fiscale. L’inchiesta è della Procura della Repubblica di Brescia.(La Nuova Sardegna del 10 giugno 2002)

Sempre del caso si è occupato anche il programma Report di Rai 3 con un servizio di Bernardo Novene e il partito indipendentista Sardigna Natzione.

Ulteriori particolari su questa inchiesta giudiziaria sono leggibili nel capitolo successivo.
-Domus de Maria (provincia di Cagliari)
Un esposto alla Magistratura contro un campo da golf è stato presentato dalle associazioni ambientaliste WWF e Amici della Terra.




-Is Molas (Pula)
 da La Nuova Sardegna22 marzo 2010
Bocciato da Bruxelles il via libera concesso dalla Regione. Stop europeo alle ville di Fuksas: serve la valutazione dell’impatto. Mauro Lissia
CAGLIARI. L’intervento della commissione europea e la conseguente apertura di una procedura d’infrazione nei confronti del governo italiano ha costretto la ‘Immsi spa’ di Roberto Colaninno a richiedere alla Regione la pronuncia di compatibilità ambientale per le ville principesche disegnate dall’archistar Massimiliano Fuksas e il grande resort con ampliamento del campo da golf che dovrebbero sorgere a Is Molas. La comunicazione della richiesta - depositata il 24 febbraio scorso - è stata pubblicata sui giornali, ora la parola passa all’esame degli organi di valutazione. L’operazione Is Molas riparte quindi da zero, così come avevano chiesto a suo tempo il Gruppo di Intervento giuridico e gli Amici della Terra, autori del reclamo inviato alla direzione generale ambiente di Bruxelles. Se per l’imprenditore la ‘messa in mora’ europea rappresenta un intoppo, per l’amministrazione regionale è un colpo duro: circa un anno fa la giunta Soru aveva approvato una delibera che esentava la società di Colaninno dall’obbligo della valutazione d’impatto ambientale. Soltanto una minima parte, che la commissione europea circoscrive al dieci per cento del progetto, avrebbe dovuto passare l’esame di compatibilità e soltanto riguardo alla portata del rio Tintoni, un piccolo fiume destinato ad essere modificato per sfruttarne le acque in funzione del golf. La Regione aveva indicato poi una serie di prescrizioni da seguire per evitare danni all’ambiente, ma per le due associazioni ecologiste non poteva essere sufficiente: la costruzione di due hotel con negozi, di una club house, di ville sospese sull’acqua e di un green per il golf molto più esteso di quello attuale doveva essere legata a un’attenta valutazione d’impatto ambientale. Questo al di là della qualità degli interventi e degli autori del progetto. Se l’amministrazione Soru si era mostrata conciliante, la commissione europea ha imposto il rispetto di regole che dovrebbero valere per tutti, affermando - nella comunicazione firmata da Julio Garcia Burgues - che la Repubblica Italiana è venuta meno a una serie di obblighi stabiliti nelle direttive Cee. I responsabili della Immsi ne hanno preso atto e dopo un incontro con il sindaco di Pula Walter Cabasino hanno deciso di correre ai ripari: accantonata la corsia preferenziale ottenuta nel 2009 la società immobiliare di Colaninno ha scelto di allinearsi correttamente alle indicazioni europee. Questo significa che da qui alla realizzazione del progetto Fuksas e di quello per il golf i tempi saranno molto più lunghi del previsto, perchè le norme sulla Via stabiliscono passaggi tecnici complessi e dall’esito tutt’altro che scontato. Per gli ambientalisti è una nuova affermazione: «La commissione europea ci ha dato ragione - ha detto Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico - e non può che farci piacere».


Abbiamo già accennato al fallimento costato 300 miliardi di lire con 6500 creditori per quello che viene considerata la struttura golfistica più bella della Sardegna, situata nel comune di Pula. Entro il mese di dicembre 2003 il green, i terreni e l’albergo saranno venduti all’asta dal curatore fallimentare Franco Tintorio.(Unione Sarda 6 settembre 2003)
“..il curatore fallimentare, Franco Tentorio (studio a Bergamo e vice sindaco) sta analizzando nei dettagli la situazione finanziaria. Nel 2001 (ultimo bilancio approvato) si registrano ricavi per 41,4 milioni, in calo del 39% rispetto all’anno precedente, oneri per oltre 3,5 milioni e una perdita d’esercizio di 1,7 milioni. Debiti per 104,7 milioni, un patrimonio netto di 7,1 milioni e un attivo di 124,8 milioni.”




-Is Arenas (Narbolia e San Vero Milis)

Per questo caso la Corte di Giustizia Europea ha deferito (l’equivalente di una denuncia) il Governo italiano per violazioni ripetute del diritto comunitario.

Si tratta infatti del primo campo (situato in Sardegna, provincia di Oristano) per il quale la Commissione Europea ha aperto una denuncia (procedura d’infrazione) contro l’Italia per  danni ambientali. Per realizzare il percorso  in un SIC, sito d’interesse comunitario, protetto dalla Direttiva Habitat 92/43, sono stati abbattuti circa 10.000 alberi di una foresta costiera per la sua realizzazione.
 Nel Parere Motivato la Commissione Europea (9/2/2001) spiega che
<<sono stati tagliati 20 ha di pineta, sono stati distrutti 16 ha tra radure naturali e superfici in prossimità delle dune scoperte…e aspetto di molto maggior rilievo, la falda freatica rischia di essere gravemente inquinata>>.
L’intero Parere Motivato di 16 pagine, che costituisce un precedente per la giurisprudenza europea, può essere letto, così come l’intero dossier sulla vicenda, per intero al sito
 Il caso sul Corriere della Sera nel 2008

E Soru, già governatore, sulla vicenda


Arbus  (provincia di Cagliari):
per la  zona di Capo Pecora è stato presentato un progetto di un campo da golf a 18 buche e 120.000 metri cubi di strutture ricettive. La presentazione è avvenuta in consiglio comunale ad opera dell’arch. Giampietro Gallina, la società promotrice, la Capo Pecora Agricola (dietro la quale c’è Forma Urbis, una società finanziaria padovana) parla di un investimento da 180 milioni di euro. Il consiglio comunale deve ancora prendere una decisione. Verrebbero realizzati in particolare una albergo a 3 o 4 stelle, un residence, un campo da golf con club house, residenze turistiche, una struttura alberghiera a 5 stelle e un hotel esclusivo.
Queste informazioni sono tratte dal quotidiano L’Unione Sarda del 14 febbraio 2004.




-Alghero (provincia di Sassari):

Nel corso degli anni è ritornato, in diverse occasioni, un mega- progetto turistico-immobiliare nell’area di Porto Conte-Pineta di Mugoni, comune di Alghero.

L’attuale proposta imprenditoriale prevederebbe una volumetria complessiva di 1 milione di metri cubi su circa 20 ettari di zona F previste nel PRG di Alghero all’interno di un comprensorio di 285 ettari complessivi classificati come agricoli e di tutela.
La proposta imprenditoriale si articolerebbe in due fasi: 700 mila metri cubi di cemento per la realizzazione di due complessi alberghieri, due campi da golf, 24 campi da tennis e insediamenti residenziali con appartamenti in case di abitazione di diverse tipologie, attrezzature sportive e per il benessere del corpo; nella seconda fase altri 300 mila m. cubi di cemento. Gli indici di fabbricabilità ipotizzati sarebbero rispettivamente pari a circa 0,23 e 0,33 m.cubi/m.quadrato.
Complessivamente si ipotizzano 12 mila posti letto di cui 10 mila in un villaggio di seconde case e strutture annesse. Il “peso” dell’intervento, cioè 1 milione di metri cubi di cemento, verrebbe considerato necessario al fine di realizzare un’opera economicamente sostenibile. Ma tale proposta è insostenibile non solo perché è all’interno di un parco naturale ma anche dal punto di vista dell’attuale PRG che consentirebbe al massimo una volumetria, nei circa 20 ettari di zona F, pari ad una struttura simile all’hotel Baia di Conte. Nulla di più. Inoltre nell’elaborazione dell’analisi finanziaria si ipotizzerebbe di far ricorso a incentivi finanziari pubblici e agevolazioni fiscali pari al 50-60% degli investimenti.



Il responsabile del WWF AlgheroCarmelo Spada ha inviato il  15 marzo 2004 una  lettera al Presidente del Parco regionale di Porto Conte, Antonio Camerada.Di questa leggibile al sito Internet del periodico Alghero Cronache

http://www.algherocronache.it/RisorseHTML/Attualit%E0/Provinciass/Pr ov_ss1/Alghero/Ambiente.htm#golf



 ne pubblichiamo un estratto.



Considerato che la città di Alghero ha fatto, con consapevole maturità culturale, una precisa scelta: il Parco Naturale di Porto Conte al fine di restituire alle generazioni future il   patrimonio naturale, il WWF chiede al Presidente del Parco Regionale di Porto Conte di dare immediato avvio al concreto e reale funzionamento dell’ente di gestione predisponendo e attuando progetti di rinaturalizzazione di quelle aree oggi destinate al pascolo ovino; progetti di tutela della fauna a rischio di estinzione e di prelievo selettivo di specie in eccesso; progetti di fruizione; interventi giuridico-amministrativi che pongano fine a quegli episodi di degrado e di abusivismo costiero restituendo integrità paesaggistica nell’interesse generale e in ottemperanza degli obiettivi fissati dalla legge. Insomma di predisporre il Piano del Parco che produca finalmente, a 5 anni dalla sua costituzione, azioni e fatti concreti di sviluppo sostenibile e tutela della risorse naturali e culturali presenti nel territorio del parco regionale.
In ultima analisi siamo convinti che per la realizzazione di posti letto in strutture a rotazione d’uso e per un corretto processo di sviluppo economico sostenibile si debba procedere attraverso l’elaborazione del PUC, che inequivocabilmente dovrà stabilire il numero di posti letto necessari con una distribuzione oculata nelle parti meno sensibili dell’intero territorio comunale.
Carmelo Spada
Responsabile WWF Alghero



 L’investimento necessario per la realizzazione di un nuovo campo da golf si aggira mediamente intorno ai 10-12 miliardi di vecchie lire e molto spesso la gestione da sola non e’ in grado di coprire le spese di manutenzione- gestione che possono essere stimate in almeno 600 milioni, sempre di vecchie lire ( 300.000 € l’anno).

 Il lungo tempo di recupero del capitale, stimato in  42 anni,da uno studio Austriaco citato dalla CIPRA, costituisce un altro rischio per l’investimento.
In tempi di magra economica dunque i circoli e le società proponenti un progetto sono alla spasmodica ricerca di una soluzione.
Un primo dato evidente è il legame intrinseco di tutti i percorsi golfistici con operazioni immobiliari, spesso legate a successive speculazioni edilizie.
 Frequente è, infatti, la realizzazione di residence e villini annessi al golf.

 “Golf, turismo e immobili. Sono tre concetti inscindibilmente legati, ormai per un investimento in un nuovo circolo golfistico”…..
E’ impossibile immaginare ormai un golf club- prosegue Podini- senza un investimento immobiliare consistente al suo fianco. Le ipotesi di rivalutazione degli immobili secondo alcuni studi sono del 30% in dieci anni ma noi prevediamo una valorizzazione del 15/20 % in soli cinque anni….”

Tratto dall’ inserto Mondo Immobiliare del quotidiano economico,  Il Sole 24 Ore del 21/7/2003pagina 4, articolo di Giovanni Uggeri dal Titolo  “ A Jesolo un Golf Club da 36 milioni di euro

Nota:

 Podini Alessandro è consigliere di Adriatica Invest, joint venture immobiliare costituita da Agri Group Spa, dall’impresa edile Hobag della Famiglia Reichegger , da Stefano Tomasi e dall’immobiliare Calibra, promotrice del Golf Club di Jesolo.


Nel caso abbiate ancora dei dubbi sul legame golf-immobili leggete cosa scrive un noto agente immobiliare grande sostenitore dei campi da golf:
“Ho sentito i critici dire "Il golf sì ma le case no!" Questa è pura utopia, perché il campo da golf, che costa mezzo miliardo a buca (e di buche ce ne sono 18), non può reggersi economicamente da solo, se non costruito vicino ad una grande città. Stiamo certi che l'imprenditore non fa beneficienza e l'unico modo di consentirgli un ritorno economico, è proprio nella valorizzazione dei terreni adiacenti, per costruire delle ville e degli appartamenti.
Quindi dobbiamo accettare che attorno ai campi da golf, in ben determinate aree, sorgano delle residenze, ma è innegabile la bellezza di questo tipo di sviluppo, con le ville immerse nel verde in un paesaggio d'incanto”.
Dal sito del dott.Lorenzo Camilloagente immobiliare con molte attività in Costa Smeralda

La non redditività immediata del campo dunque  rende inequivocabilmente necessari gli immobili. Con i soldi della vendita degli appartamenti si può così cercare di ammortizzare i costi di gestione del percorso, ma il golf non si sta rivelando certo un buon affare. Specialmente quando la percentuale dei finanziamenti esterni è alta.
  
Lo Studio sul golf ‘93’ dell’Istituto per la Ricerca Economica (WIFI) della Camera di Commercio Tirolese analizza molti aspetti relativi alla redditività dei campi da golf. Nel 1991, in Europa vi erano 4.000 impianti. Ogni anno se ne realizzano circa 240…In Austria gli investimenti necessari pere un campo a 18 buche oscillano tra i 40 e i 75 milioni di scellini (da 5 a 10 miliardi di lire) mentre in Svizzera si preventiva che la spesa per il campo di Erlen/SG ammonti a circa 20 milioni di franchi svizzeri (poco più di 20 miliardi di lire).
L’affitto medio del terreno si aggira sui 14.500 scellini per ettaro (circa 2 milioni di lire):solo il 7 % dei campi da golf è di proprietà privata. In agricoltura i margini di copertura sono superiori solo per le coltivazioni di barbabietole da zucchero e per le patate, ma sono inferiori per i cereali ed il pascolo(NEURURER 1990).
Nel complesso, 54 milioni di scellini (sette miliardi di lire) vengono in Austria, devoluti ai proprietari dei terreni come canoni di affitto. In Svizzera i prezzi di affitto sono molto più alti:non sono infatti inusuali canoni fino a 10.000 franchi (10 milioni di lire)per ettaro. Il finanziamento dei progetti avviene per il 60% con fondi privati e per il 40% con fondi esterni. Si stima che in Austria il golf fornisca un reddito netto di 2 miliardi di scellini (260 miliardi di lire).
Per quanto riguarda lo sfruttamento, i campi privati vengono utilizzati sono per il 30 % della loro potenzialità,un a situazione migliore godono gli impianti turistici, con il 50%.Lo Studio sul golf evidenzia come un impianto Austriaco da golf medio-con una redditività totale del 3,2% e una rendita riferita al proprio capitale del 1,6%- non è un buon affare. Il lungo tempo di recupero del capitale (42 anni) costituisce un alto rischio per l’investimento.Non meraviglia quindi che numerosi club di golf siano minacciati dal pericolo di fallimento, specialmente quando la percentuale dei finanziamenti esterni, che normalmente si aggira sul 40%, è alta. Il fallimento dei club di Schladming ( con 21 milioni di scellini di debiti)non è un caso isolato. Agli impianti da golf austriaci, la cui redditività è superiore alla media, viene riconosciuto anche un indotto: posti di lavoro, tasse,utilizzo di altre infrastrutture turistiche ecc. Mentre i soci dei club non hanno praticamente rilevanza nell’economia turistica, i frequentatori degli impianti spendono, mediamente 2500 scellini (più di trecentomila lire) al giorno. Il futuro del golf in Europa avrà presumibilmente caratteristiche giapponesi:secondo il modello orientale sorgeranno anche da noi strutture pubbliche per il golf e senza soci. Il gruppo alimentare svizzero Migros sta progettando 9 <<pubblic golfs>> http://www.golfparcs.ch/public-golf.html
di questo tipo in Svizzera. In questo modo la svolta prevista dal WIFI potrebbe essere accelerata:il golf diventerebbe uno sport di massa, come il tennis.     

(Da CIPRA-Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi- INFO numero 31 del 1993 pag.7, articolo di Ulf Todter)

 E in effetti il fallimento del club di Schladming in Austria,  con 21 milioni di vecchi scellini di debiti, non è isolato.

 Italia, 2003, Is Molas (comune di Pula), a 20 minuti da Cagliari, è stato considerato da sempre l’impero del golf  in Sardegna, fino al suo recente fallimento. Campi, terreni e albergo, dovranno essere venduti all’asta a causa di un forte passivo di circa 300 miliardi di vecchie lire.
La dichiarazione di fallimento è del Tribunale di Bergamo. Il commendator Aldo Michele Valtellina, proprietario anche di un altro campo da golf in Lombardia, da un anno a questa parte è in difficoltà a pagare stipendi ai dipendenti della sua società  Rete Gamma, è in arretrato anche con gli enti previdenziali e con l’erario. Nel registro dei protesti risultano a suo nome centinaia tra assegni e cambiali non pagati, mentre sono state avviate azioni a tutela da parte di creditori:pignoramenti, ipoteche giudiziali e sequestri conservativi.
6.500 i creditori, tra questi panettieri e artigiani che da mesi attendono pagamenti arretrati. Numeri che spaventano i nuovi possibili acquirenti tra i quali il presidente del Cagliari calcio Massimo Cellino e l’imprenditore americano Tom Barrack.
“..il curatore fallimentare, Franco Tentorio (studio a Bergamo e vice sindaco) sta analizzando nei dettagli la situazione finanziaria. Nel 2001 (ultimo bilancio approvato) si registrano ricavi per 41,4 milioni, in calo del 39% rispetto all’anno precedente, oneri per oltre 3,5 milioni e una perdita d’esercizio di 1,7 milioni. Debiti per 104,7 milioni, un patrimonio netto di 7,1 milioni e un attivo di 124,8 milioni.”



Problemi giudiziari, non dissimili,  anche per un altro  campo, con annesso villaggio immobiliare in Sardegna. Si tratta del caso  Bagaglino Holding a Stintino:  il proprietario Mario Bertelli è finito in carcere insieme ad altre 8 persone. Le accuse nei loro confronti sono quelle di bancarotta fraudolenta, truffa e frode fiscale. L’inchiesta è della Procura della Repubblica di Brescia.(La Nuova Sardegna del 10 giugno 2002)


 Complessivamente le società fallite del gruppo Bertelli-Bagaglino-Country Village sono diciannove per uno stato passivo superiore ai 500 milioni di euro. Una miriade di proprietà che ha indotto il curatore fallimentare, Enrico Broli, a ricorrere ad un sito internet (www.venditefallimentaribagaglino.it) per offrire ai potenziali acquirenti tutte le informazioni necessarie su ogni singolo immobile corredate di fotografie. Nei giorni scorsi si è svolta la prima udienza davanti al gup del Tribunale di Brescia. E il 27 novembre quattordici aziende sarde si sono costituite parte civile contro le 76 persone indagate. Ad un pool di avvocati hanno affidato la loro richiesta di ottenere il riconoscimento dei danni morali e patrimoniali per 15 milioni di euro e il pagamento di crediti inseriti nello stato passivo delle società del gruppo per altri 15 milioni.Nella memoria consegnata alla Procura della Repubblica di Brescia vengono mosse accuse alle banche e agli amministratori del gruppo Bertelli responsabili a loro avviso di aver favorito il fallimento incorporando sette aziende già decotte. Questa decisione - hanno sostenuto i legali delle quattordici aziende sarde - avrebbe appesantito i debiti della Country Village, dichiarata fallita il 18 maggio del 2001.Per quanto concerne la parte penale dell’inchiesta, il giudice delle udienze preliminari deve decidere sulle richieste di rinvio a giudizio presentate dal pubblico ministero. Le accuse vanno dalla bancarotta fraudolenta.
Molti i siti Internet che si occupano del caso.

Da registrare il  fallimento della “promozione Golf Abruzzo”  presso il comune di Miglianico, citato dalla delibera della Giunta Comunale n.62 del 15/4/2002, che porta come oggetto la richiesta di acquisto aree all’interno del campo da golf.


Un altro fallimento collegato al golf è quello riguardante il Residence Skipper (meglio noto come “il Paradiso di Bossi”) progettato per essere realizzato in Croazia.
Il 25 marzo 2004 la CEIT srl, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Padova per un crac superiore a dieci miliardi di vecchie lire.
 Secondo il quotidiano di Trieste il Piccolo del 6 aprile 2004 (articolo di Enzo Bordin) la CEIT aveva rilevato con grandi speranze le quote di una società croata la KEMCO, protagonista di megainvestimento croato: 2300 appartamenti, un campo da golf, un porto turistico con 200 posti barca, da realizzarsi a Punta Salvore, Golfo di Pirano, non lontano da Portorose.
 La srl , a sua volta è stata fagocitata per debiti dalla filiale croata della HYPO ALPE ADRIA BANK di Klangefurt, di cui risulta socio di maggioranza la Regione Carinzia, governata dal leader della destra populista Jorg Haider.
La CEIT srl , rappresentante legale Sebastiano Cacciaguerra (docente universitario di Udine) aveva come attività la costruzione, gestione e locazione di beni immobili per conto proprio e conto terzi. Fra i suoi 114 soci molti i leghisti come  il sottosegretario agli Interni del governo Berlusconi, Maurizio Balocchi, l’ex ministro Giancarlo Pagliarini, l’ex sottosegretario Stefano StefaniEnrico Cavaliere, presidente del Consiglio Regionale del Veneto e come detto la moglie del Ministro Bossi, Manuela Marrone.
Il tribunale di Padova ha nominato giudice delegato Giovanni Giuseppe Amenduni, curatore fallimentare il revisore contabile Flavio Tullio. L’esame dello stato passivo avrà luogo il 2 luglio prossimo.

 La Procura della Repubblica di Padova ha aperto un’inchiesta penale (p.m. Paolo Luca)  sulla stessa società dichiarata fallita dal tribunale civile, ipotizzando il reato di truffa. 
Ne da ampiamente notizia anche il quotidiano nazionale La Repubblica il 5 dicembre 2003. La Guardia di Finanza, con un decreto di perquisizione del pm Luca, che seque l’inchiesta penale, ha provveduto al sequestro di diversi documenti in possesso dell’ing.Cacciaguerra.

Interrogativi sulla redditività economica del golf cominciano ad affiorare periodicamente anche sulla stampa. Il quotidiano l’Adige del 7 novembre 2003 a proposito del progetto del campo da golf in comune di Tonadico affronta in conclusione proprio la questione di costi .Il testo fa il resoconto di una calda assemblea popolare e riferisce:
Sempre dal dibattito, Nicola Cemin: “Tranquilli, un conchiuso di giunta ha stabilito per i campi da golf un contributo massimo per buca di 150.000 euro e di 400 euro per metro cubo di edificato o ristrutturato; al resto ci penseranno gli operatori”.
Ma dopo? Chi sosterrà la spesa dei 
300.000 euro annui, necessari per la semplice gestione dell´impianto?”



E allora come superare qualsiasi cattiva sorpresa di un probabile mancato ritorno economico?
La risposta come spesso accade ci arriva dal modello Usa, seguito a ruota dal Giappone.
 Qui il 40% dei circoli sono passati dalla gestione privata a quella pubblica per problemi economici.  Dunque la  trasformazione di una struttura da privata a pubblica può essere una soluzione, ma forse in Italia non siamo ancora del tutto pronti a questa bella novità.
Altra possibilità sul tappeto rimane allora  la caccia ai finanziamenti pubblici a fondo perduto. Europa, stato e Regioni possono fornirei grimaldelli giusti per poter ottenere una sovvenzione pubblica ad  una struttura costosa, che rimane di fatto o sostanzialmente,  in mano al povero privato. 

  Leggi regionali, nazionali e fondi europei sono già state usate (altre sono state proposte in Parlamento) a questo scopo e cercheremo qui di illustrarle nel dettaglio.


In Italia in perfetta simbiosi  amministratori (locali,  regionali e nazionali) e nuovi circoli golfistici  battono tutte le piste alla ricerca di finanziamenti statali e comunitari per le società immobiliari private e i golf club. Diversi sono gli strumenti di finanziamento a fondo perduto.
Iperattive  tre regioni su tutte: l’Emilia RomagnaSardegna e Puglia.

La prima ha regalato per legge negli anni ’90 4 miliardi di vecchie lire a “costruttori” del golf e la seconda ha concesso, sempre per legge, più di 900.000 euro a due gestori.

La legge nazionale 488 del 1992 appare essere il principale strumento legislativo utilizzato dalle Regioni italiane per finanziare (con soldi pubblici) la realizzazione di nuovi campi da golf.


La legge  488 è  una norma che promuove  aiuti agli investimenti nelle aree depresse del settore turistico- alberghiero.

 SETTORI: Turismo, altre attività eventualmente indicate  dalla Regione

 BENEFICIARI:  PMI (piccole e medie imprese) e grandi imprese attive nel settore e in particolare:  

Imprese turistiche:  alberghi, motels, villaggi, alberghi, residenze turistico- alberghiere, campeggi, villaggi turistici e agriturismo, affitta- camere, case e appartamenti per vacanze, ostelli per la  gioventù, rifugi alpini

Agenzie di viaggio e turismo

INVESTIMENTI :

Gli investimenti riguardano le strutture ricreative,  turistiche, gli impianti ricettivi e ricreativi, centri e sale congressuali,  impianti termali, impianti di risalita, impianti per il golf, impianti sportivi e  aree attrezzate per l'equitazione e il maneggio, per le attività seguenti: - nuovo insediamento, ampliamento di insediamenti esistenti che,  attraverso un incremento dell'occupazione, sia volto ad accrescere la  potenzialità delle strutture esistenti in misura non superiore al 50%;
  - ammodernamento per migliorare la struttura esistente e/o il servizio  offerto, le condizioni ecologiche legate all'attività produttiva e al rinnovo  e aggiornamento tecnologico;  - riattivazione volta all'utilizzo di una struttura esistente inattiva; - riconversione diretta all'utilizzo di una struttura esistente; - trasferimento connesso a strategie di sviluppo interne o a piani di  riassetto urbanistico e viario, a risanamento o valorizzazione  ambientale.  Le iniziative finalizzate alla realizzazione di un nuovo impianto sono  ammissibili solo nei territori per i quali l'Amministrazione regionale  competente si sia espressa favorevolmente.
 Tra le spese ammissibili:
-       progettazione e direzione lavori, studi di fattibilità economico- finanziaria, Valutazione di Impatto ambientale, oneri per le concessioni  edilizie e collaudi di legge (max. 5% dell'investimento totale  ammissibile);  - suolo aziendale e sue sistemazioni geognostiche, opere murarie e  assimilate, infrastrutture specifiche aziendali;  - macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica;  - programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e  gestionali dell'impresa (solo per le PMI)  - consulenze per la certificazione qualità e la certificazione ambientale  (solo per le PMI) L'acquisto di una struttura esistente è ammesso nel  limite del 50% dell'investimento complessivo ammissibile. ..
-         AGEVOLAZIONE : Contributi a fondo perduto,  fino al 20% dell'investimento, in base alla localizzazione e alle  dimensioni dell'impresa. La tabella indica il livello massimo di  agevolazione in percentuale dell'investimento ammesso: 


  …
 L'investitore ha l'obbligo di rispettare il vincolo di destinazione sui beni  agevolati di 5 anni, a partire dall'entrata in funzione dell'iniziativa. Le spese effettuate per la progettazione e direzione lavori, studi di  fattibilità, oneri per le concessioni edilizie, collaudi, quota di franchising,  consulenze, acquisto del suolo aziendale, sistemazioni e indagini  geognostiche possono avere fino a 12 mesi di retroattività dalla  presentazione della domanda.
Informazioni  tratte dal sito:





 Ulteriore impulso alla realizzazione di nuovi percorsi golfistici è avvenuto sotto l’attuale governo Berlusconi.
 All’interno del Programma nazionale del Governo Berlusconi per lo sviluppo del turismo, presentato direttamente a Palazzo Chigi,  sono previsti alcuni Poli Turistici Integrati in Puglia, Sicilia e Calabria, per un investimento complessivo di 770 milioni di euro.
Ma soprattutto  è prevista  la realizazione complessiva di ben  9 campi da golf e di 7.700 camere.

 A gestire i Poli Turistici Integrati è la società Sviluppo Italia Turismo.

 Sviluppo Italia Turismo è una delle società controllate di Sviluppo Italia l’Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa e l’attrazione di investimenti.Le tabelle che seguono sono tratte dal sito internet di questa società e illustrano le iniziative previste.
Il primo e più grande di questi 5 poli   è quello di  Sciaccain provincia di Agrigento dove si dovrebbe realizzare un complesso residenziale tra i più grandi del bacino del Mediterraneo.
Gli altri, secondo il governo gli interventi previsti dal programma saranno realizzati in aree appartenenti ad enti pubblici (aree di proprietà regionale a Sciacca in Sicilia, aree del demanio regionale a Gizzeria in Calabria), o a Sviluppo Italia (Alimini in Puglia, Simeri Crichi e Sibari in Calabria).


Località
Iniziative
Ricettività
Strutture di supporto
Lamezia
Gizzeria
Golf & SPA Resort:
1 hotel
600 camere
Campo golf 27 buche
Centro congressi
Centro benessere
Simeri Crichi
Golf & SPA Resort:
2 villaggi
1316 camere
Campo golf 18 buche
Centro congressi da 1000 posti
Centro benessere



Località
Iniziative
Ricettività
Strutture di supporto
Sibari
Golf & SPA Resort:
1 hotel
1 villaggio
1 residence
1140 camere
Campo golf 18 buche
Centro congressi da 700 posti
Centro benessere





  
Località
Iniziative
Ricettività
Strutture di supporto
Cefalù
Golf & SPA Resort
130 camere
Campo golf 18 buche
Centro congressi 250 posti
Centro benessere
Pollina
Golf & SPA Resort
220 camere
Campo golf 18 buche
Centro congressi da 250 posti
Centro benessere



Questo che segue è un comunicato stampa sulla presentazione ufficiale del Programma Nazionale per lo sviluppo del turismo, tratto dal sito:



17.12.2003
Investire in Italia: un nuovo modello per il turismo
Presentati i primi poli turistici integrati di Puglia, Calabria e Sicilia
E’ stato presentato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, alla presenza di Gianni Letta, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il programma nazionale per lo sviluppo del turismo nel Paese.

Hanno partecipato alla conferenza stampa esponenti del governo, tra i quali il Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano e il vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Gianfranco Micciché, ed i governatori di alcune Regioni del Mezzogiorno (Giuseppe Chiaravalloti, Presidente della Regione Calabria, Salvatore Cuffaro e Raffele Fitto, rispettivamente Presidente della Regione Sicilia e della Regione Puglia), oltre al Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, il Presidente di Federturismo e Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, il Presidente dell’Enit, Amedeo Ottaviani e l’Amministratore Delegato di Sviluppo Italia, Massimo Caputi.

 …

Il programma, entrato nella sua fase di cantierizzazione, definisce e mette a punto un modello di intervento basato sulla realizzazione dei Poli Turistici Integrati, dotati di servizi finalizzati a potenziare l’attrattività delle aree e a destagionalizzare i flussi turistici, ad oggi concentrati solo in poche fine settimana l’anno durante la stagione estiva.

Tra i punti di forza del progetto vi è la valorizzazione, in una logica di integrazione di sistema, dei beni pubblici a destinazione turistica o suscettibili di destinazione turistica, disponibili e destinabili alla realizzazione di realtà turistico-ricettive. In una logica di messa a sistema delle risorse esistenti, gli interventi previsti dal programma saranno realizzati in aree appartenenti ad enti pubblici (aree di proprietà regionale a Sciacca in Sicilia, aree del demanio regionale a Gizzeria in Calabria), o a Sviluppo Italia (Alimini in Puglia, Simeri Crichi e Sibari in Calabria).

Nella prima fase del programma saranno realizzati cinque Poli Turistici in Puglia, Sicilia e Calabria, per un investimento complessivo di 770 milioni di euro, che consentiranno la creazione di 7.700 camere 
9 campi da golf, per un impatto occupazionale pari a 11.700 addetti (diretti e indiretti) e l’attivazione di flussi turistici per 2.370.000 unità all’anno.
 …….

Il primo accordo in tal senso è stato firmato con il gruppo inglese Rocco Forte che ha deciso di investire in Sicilia, a 
Sciacca, dove realizzerà un complesso residenziale tra i più grandi del bacino del Mediterraneo.

Dal sito:


Proprio sul Polo Turistico Integrato di Sciacca in Sicilia, un’interrogazione a risposta scritta 4-08388 è stata presentata da Cosimo Giuseppe Sgobio, deputato del PDCI, martedì 16 dicembre 2003 nella seduta n.402.
Piccolo particolare, non sfuggito all’interrogante  deputato del PDCI, Giuseppe Sgobio, il fatto che l’investimento, sempre  secondo il parlamentare,  porterebbe in tasca alla famiglia della moglie del sottosegretario Miccichè,  4 milioni e 400 mila euro, poiché una parte dei terreni su cui sorgerà, infatti, è di sua proprietà.


Località
Iniziative
Ricettività
Strutture di supporto
Sciacca
Golf Resort:
1 villaggio
2 hotel

Verdura
Golf & SPA Resort
600 camere



200 camere
Campo golf 18 buche
Centro congressi da 700 posti

Due campi golf 18 buche
e uno 9 buche









 Inoltre, ,” sui terreni in cui sorgerà il golf resort è in corso un'inchiesta penale per estorsione e che tutta la città di Sciacca nei giorni subito appresso l'assegnazione fu tappezzata da manifesti con il simbolo di Forza Italia dove era riportata la seguente frase: "ritornano a Sciacca i grandi investimenti con Gianfranco Miccichè.”.

Ecco il testo integrale dell’interrogazione rivolta al  Al Ministro dell'economia e delle finanze.


-       Per sapere - premesso che:

il 25 novembre scorso, a Palazzo Chigi, si è svolta la presentazione dei programmi dell'agenzia governativa «Sviluppo Italia» per rilanciare il turismo nel Mezzogiorno del nostro Paese, con un piano di investimenti pari a 770 milioni di euro;

l'investimento maggiore di tale piano è stato localizzato a Sciacca, in provincia di Agrigento;

come riportato dal settimanale «L'Espresso» del 18 dicembre 2003, tale investimento porterà in tasca alla famiglia della moglie del sottosegretario al Ministero dell'economia e Finanze Gianfranco Micciché, 4 milioni e 400 mila euro, poiché una parte dei terreni su cui sorgerà un grande  golf  resort, infatti, è di sua proprietà;

da notizie in possesso dell'interrogante risulta che sui terreni suddetti è in corso un'inchiesta penale per estorsione;

tutta la città di Sciacca nei giorni subito appresso la suddetta assegnazione fu tappezzata da manifesti con il simbolo di Forza Italia dove era riportata la seguente frase: «ritornano a Sciacca i grandi investimenti con Gianfranco Micciché».


Gianfranco Miccichè, oggi sottosegretario, nel 1993 è promotore della nascita di Forza Italia in Sicilia. Nel 1994 è chiamato dal Presidente Silvio Berlusconi a ricoprire il ruolo di Coordinatore Regionale, incarico che ancora oggi riveste.


   A fornire chiare ed ulteriori delucidazioni su questi finanziamenti pubblici in Sicilia è direttamte l’Assessore Regionale al Turismo della Regione Sicilia   Francesco Cascio, intervistato dal quotidiano La Sicilia, il 2 ottobre 2003.
“..Poi c'è la 488 che riguarda i contributi alle imprese con fondi nazionali, ma è la Regione a dare le priorità. Noi quest'anno abbiamo dato priorità assoluta agli alberghi a 4-5 stelle che abbiano un campo da golf annesso…Poi c'è la 32 che riguarda interventi sugli interessi passivi in conto capitale. In sostanza oggi conviene investire nel turismo..”.



La legge nazionale 488 del 1992  promuove  aiuti agli investimenti nelle aree depresse del settore turistico- alberghiero i cui beneficiari sono le PMI (piccole e medie imprese, appare dunque  tra gli strumenti legislativi la più  utilizzati dalle Regioni italiane per finanziare (con soldi pubblici) la realizzazione di nuovi campi da golf.

Ma  dopo la legge  488, ancora livello nazionale, il 24 febbraio del 2004 è stato depositato in Senato una nuova proposta la  S. 2780,  annunciata nella seduta n. 547 del  25 Febbraio 2004.

Autore della proposta è il    Sen. Egidio Enrico Pedrini (gruppo delle Autonomie), già eletto con l’Ulivo.
 La proposta di legge,  è stata chiaramente sbandierata dal promotore con lo scopo concreti di creare per il golf, anche in Italia, campi pubblici con i soldi dello Stato. (Unione Sarda 12 marzo 2004, pag.20).


La proposta è inoltre un tentativo aperto di istituzionalizzare il golf in Italia, fornire nuovi aiuti a fondo perduto e sgravi fiscali ad una disciplina in crisi. Molto pericolosi in particolare appaiono gli articoli che vorrebbero equiparare per le legge  le sistemazioni di tipo agrario alla realizzazione di nuovi campi e renderne possibile la realizzazione persino in aree demaniali.

   Riportiamo il testo completo, 10 articoli, del disegno di legge proposto dal senatore Pedrini dal sito





SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA
BOZZA DISEGNO DI LEGGE 
2780
d'iniziativa del senatore Egidio Enrico PEDRINI
presentato in data 24 febbraio 2004
NORME PER INCENTIVARE E DIFFONDERE IL TURISMO, LA CRESCITA ECONOMICA DELL'ITALIA TRAMITE LO SVILUPPO DEL GIOCO DEL GOLF TRA GIOVANI E NUOVE FASCE SOCIALI, NONCHE' PER INCREMENTARE I CAMPI DA GOLF DI TIPO TURISTICO.
Testo del disegno di legge

Art. 1
Il Governo italiano, al fine di qualificare l'impiantistica sportiva e l'offerta turistica, promuove la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti per il gioco del golf, in conformità ai principi costituzionali del decentramento regionale, e ai agli obiettivi e indirizzi della programmazione economica e della programmazione turistica. 

I campi da gioco per il golf dovranno essere realizzati al servizio di una o ambedue delle seguenti finalità: a) avvicinare nuove persone al gioco del golf; b) creare integrazioni e sinergie con l'offerta turistica complessiva. Essi inoltre, seguendo gli attuali orientamenti internazionali, dovranno tendere a far parte di un sistema locale integrato di campi da gioco.
In ottemperanza ai nuovi principi costituzionali sul decentramento regionale, il governo, nel perseguire le predette finalità, si confronterà con le Regioni e le Autonomie locali, nelle sedi istituzionali opportune, al fine di ottenere insieme ad esse il conseguimento del migliore risultato possibile.
La promozione di cui al presente articolo prende in considerazione anche le potenzialità offerte dai fondi comunitari, di cui il Governo seguirà, nelle competenti sedi comunitarie, l'evoluzione quantitativa da destinarsi a questa particolare promozione.
Art. 2
Considerata la specificità dell'iniziativa soprattutto per il valore economico e il contributo che questo settore può apportare alla bilancia valutaria turistica e la frammentazione di competenze all'interno di più settori della Pubblica Amministrazione, è' costituito presso la Presidenza del Consiglio il Comitato consultivo nazionale del gioco del golf per la valorizzazione delle attività economiche ad esse connesse.,
Tale Comitato ( i cui membri svolgono attività non retribuita), in ottemperanza alle evoluzioni della normativa in materia di rapporti centro-periferia, potrà essere successivamente incardinato nell'ambito della Conferenza permanente Stato-Regioni-Autonomie locali.
Esso è composto da un rappresentante per ciascun ministero competente per tema, più un rappresentante per ogni Regione e Provincia autonoma, un rappresentante dell'Unione Province d'Italia e un rappresentante dell'ANCI (Associazione nazionale dei Comuni d'Italia).
Il Comitato è integrato da 10 esperti, designati cinque dal Governo su indicazione delle principali Associazioni golfistiche esistenti nel paese e cinque delle principali associazioni degli imprenditori turistici ugualmente operanti in Italia e da un rappresentante dell'ENIT.
Art. 3
Il Comitato di cui all'art.2 ha il compito di fornire al Governo tutti i pareri richiesti in materia di:
A) promozione del gioco del golf e promozione della costruzione di nuovi impianti di golf;
B) coordinamento di tutta la normativa in materia di incentivi economici al turismo, applicabili al golf;
C) coordinamento delle iniziative statali con la normativa comunitaria, nonché le iniziative delle Regioni e delle Autonomie locali.
D) Coordinamento della normativa incentivante il golf con la normativa per lo sviluppo delle aree meno sviluppate, segnatamente il Mezzogiorno.
Il parere positivo di questo comitato su progetti di impianti turistici golfistici stabilisce criterio prioritario per eventuali agevolazioni fiscali
Art. 4
Il Governo della Repubblica è delegato ad adottare, sentito il Comitato di cui all'art. 2, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi volti a: 
a) perseguire le finalità di cui all'art. 1 mediante la creazione di sgravi fiscali ai soggetti, pubblici e privati, che presenteranno progetti per costruire nuove strutture da gioco e strutture turistiche finalizzate. A tal fine verranno introdotti criteri e punteggi per istituire una graduatoria, sulla base delle finalità qui di seguito esposte. 
Saranno attribuiti maggiori sgravi fiscali ai soggetti che presenteranno progetti volti a favorire l'accesso al gioco di nuove fasce sociali mediante l'applicazione di tariffe di gioco agevolate. Saranno previste ulteriori misure e finanziamenti maggiori per i progetti che prevedano la finalità di avvicinare al golf i giovani e le persone a reddito basso. 
Le richieste di eventuali contributi e sgravi dovranno contenere a questo fine l'impegno di aprire a tutti i campi di gioco, con un costo di "green fee" che non superi la metà di quello dei campi tradizionali (Clubs a struttura associativa chiusa) esistenti nella medesima Regione. 
Le agevolazioni di cui al presente punto potranno essere accordate solo se i soggetti si impegneranno, nell'ambito di un eventuale complessivo programma di riqualificazione urbanistica, a costruire il campo da golf per primo, impegnandosi inoltre per un periodo di 20 anni a non mutare la destinazione del territorio, neppure in presenza di cambiamenti autorizzatori degli strumenti urbanistici, pena la perdita e la restituzione dei benefici goduti. 
Saranno privilegiati, nell'attribuzione dei fondi, quei progetti integrati che presenteranno i maggiori vantaggi per la destagionalizzazione dei flussi turistici, uniti ad un pieno rispetto e valorizzazione delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche dei luoghi oggetto dell'intervento in progetto. 
L''aumento dell'occupazione nel settore delle attività turistiche costituirà un altro parametro fondamentale per la graduatoria, legato all'altro centrale criterio di sviluppare maggiormente il gioco del golf al Sud e le strutture ricettive turistiche. 
Si terrà conto ancora dell'opportunità di privilegiare i progetti che prevedano lo sfruttamento di sinergie con beni e infrastrutture turistiche già esistenti, la valorizzazione delle risorse locali con particolare riferimento alla valorizzazione delle Strade del vino, dei prodotti agroalimentari italiani e delle terme. In questo senso, la presentazioni di progetti per campi da gioco fra loro consorziati, in modo da costituire un potenziale "distretto del golf", godranno di un punteggio privilegiato. 
Anche i soggetti ricompresi nelle categorie dell'attuale agriturismo avranno titolo a concorrere per la costruzione di campi da golf, secondo parametri di correlazione che tengano conto delle specificità delle realtà agricole. 
Per quanto riguarda impianti per il golf, da costruirsi su aree industriali oggetto di dismissione, verrà costituito un canale preferenziale di valutazione, che utilizzerà gli strumenti vigenti della programmazione economica e della riqualificazione di aree industriali in crisi quale momento elettivo per avviare la procedura.
b) Effettuare, di intesa con Regioni e le Autonomie locali, una ricognizione delle norme e regolamenti di carattere edilizio, sanitario, paesaggistico, o di qualsiasi altra natura, che presiedono al processo autorizzatorio per la costruzione di campi da golf. Tale ricognizione potrà essere effettuata mediante l'ausilio del Comitato di cui all'art. 2, mentre le intese con le Regioni e le Autonomie locali si svolgeranno nelle sedi competenti (Conferenza Stato-Regioni-Autonomie,..) 
La ricognizione avrà lo scopo di pervenire ad una piena e incontrovertibile conoscenza di tutte le norme e procedure. Successivamente a questo risultato, il Governo interverrà per razionalizzare e semplificare tali procedure, agendo autonomamente attraverso lo strumento della codificazione, nelle materie in cui l'attuale Titolo V della Costituzione gli attribuisce competenza, ponendo in essere una attività di confronto e coordinamento nei confronti di Regioni e Autonomie, avuto riguardo alle materie di competenza di queste ultime. 
La codificazione di cui al presente periodo, cercherà per quanto possibile di valorizzare il ruolo della Conferenza di servizi per agevolare l'iter delle pratiche. Il Governo è impegnato, nell'ambito del confronto Governo-Regioni, a cercare di definire con queste ultime un testo unificato di "guidelines" tecnico-urbanistico-paesaggistiche sui campi da golf, che possa costituire una base di indicazioni, tendenzialmente uniformi, da distribuire agli uffici tecnico-urbanistici dei Comuni e delle Province italiane. 
Il governo, nell'esercitare la delega di cui al presente capoverso, agirà nella finalità di garantire ai richiedenti tempi certi della procedura, ed una accelerazione delle pratiche
c) Assegnare all'ENIT (Ente Nazionale Italiano Turismo) un fondo per le attività di promozione all'estero dell'immagine delle strutture ricettive turistiche italiane cui al punto 1, e di intesa con le Regioni, attività di promozione, divulgazione e sponsorizzazione del gioco del golf. Per tale attività il Comitato di cui all'art. 2 fornirà la propria consulenza.
Fra le attività afferenti a quest'ultimo punto, deve intendersi ricompreso ogni possibile impulso, da parte del Governo, affinché fra tutti i soggetti di livello istituzionale (Regioni, Autonomie territoriali, Camere di Commercio, …) e tutti gli attori e operatori associati del golf e del turismo , si raggiungano intese di programma, anche di tipo consortile, volte a creare sinergie e possibilità di incremento sia del gioco, che dell'indotto turistico ad esso conseguente. 
Art. 5 
I fondi agricoli avranno la possibilità di modificare la destinazione urbanistica qualora si trasformino in campi da golf, soprattutto se perseguono il fine di recuperare casali e strutture con cubature già esistenti. I lavoratori sono equiparati agli effetti previdenziali e fiscali allo status giuridico dei coltivatori diretti.
Art. 6 
Si potranno utilizzare aree demaniali da asservire alle strutture di gioco golfistico, con interventi limitati alle esigenze del campo da golf, senza che su queste venga prevista attività edilizia speculativa. Soprattutto su indicazione delle valutazioni di piani promossi dalle Amministrazioni Locali su eventuali aree di proprietà demaniale.
Art. 7 
Agli effetti delle costruzioni dei campi da golf la parte movimenti di terra non potranno superare spostamenti in termini di scavi e riporti in quattro metri riferiti al livello di campagna senza ricadere in concessioni edilizie di tipo oneroso, come per cave e torbiere, considerando questi interventi come sistemazioni di tipo agrario,
Art. 8 
Le realizzazioni di nuovi impianti dovranno favorire l'agriturismo, il recupero urbanistico, i complessi termali e i prodotti enologici ed agroalimentari.
Art. 9 
Le nuove strutture dovranno mirare anche ad incentivare il gioco del golf da parte dei disabili che potranno trarne giovamento nel contesto ambientale per il recupero psico fisico in linea con quanto stà già facendo il Comitato Olimpico Internazionale per favorire il gioco dei disabili. incentivare chi promuove prodotti italiani
Art. 10
All'onere derivante dalla presente legge si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unità revisionale di base di conto capitale "Fondo speciale", dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle attività produttive. 
Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


- Fine proposta sen. Pedrini-
  
In Sardegna alla legge nazionale 488 del 1992,  vanno aggiunte le leggi regionali 11 marzo 1998 N.9 (Incentivi per la riqualificazione e l’adeguamento delle strutture alberghiere)  e 14 settembre 1993 N.40 (Interventi creditivi a favore dell’industria alberghiera).
A spiegarne i meccanismi sono gli stessi amanti del golf: lo Stato concede sovvenzioni a fondo perduto per l’adeguamento, la valorizzazione e l’ammodernamento dell’offerta turistico alberghiera. Dunque e’ sufficiente dichiarare all’interno delle normative nazionali e regionali che i campi da golf  sono strettamente connessi (praticamente uno non può fare a meno dell’altro )alle strutture ricettive e i soldi pubblici arrivano.
In un comunicato diffuso dall’ Ansa il 21 novembre 2000 la Giunta Regionale Sarda parla di “strutture complementari agli impianti golfistici”.

Attraverso il  Primo Bando della legge citata legge regionale  n. 9, approvato venerdì 19 luglio 2002; la Giunta Regionale Sarda, presieduta dal forzista Mauro Pili, su proposta dell’assessore regionale al Turismo Roberto Frongia , ha cosi’ di fatto regalato, alla faccia della siccita’e delle ristrettezze di bilancio,  la bella cifra di  904.419 euro.
Due sono stati i fortunatissimi beneficiari:
la Is Arenas Golf di Narbolia (lo stesso campo per il quale la Commissione Europea ha messo in mora lo stato italiano) per 417.503 euro e il Pevero Golf di Arzachena, nella notissima Costa Smeralda, per  486.915 euro.
Già nel 2.000 la Giunta Regionale si era data da fare con una richiesta di 4.000 miliardi di vecchie lire dalla Sardegna all’Unione Europea da attingere attraverso il POR (Piano Operativo Regionale) 2.000-2.006. (Unione Sarda dell’1 novembre 2000)
incentivi per l’adeguamento delle strutture alberghiere
Sul BURAS (Regione Sardegna) n° 26 del 30.08.2003 è stato pubblicato il bando 2003 relativo alla legge regionale 9/98, con uno stanziamento di fondi di circa 21 milioni di Euro.
“Con la legge 9 la Regione da un ulteriore spinta al settore, i contributi in particolare si rivolgono a determinate tipologia di strutture turistiche: alberghi, alberghi diffusi, alberghi residenziali, villaggi turistici, alloggi rurali, campi da golf, impianti sportivi, centri congressi, impianti e attrezzature culturali e complementari diverse.”

Nel 2004 la Commissione Europea ha giudicato illegittimi gli aiuti a fondo perduto concessi dalla Regione Sardegna attraverso la legge regionale n. 9 del 1998 a trenta “albergatori”. Per il Commissario Europeo alla Concorrenza Mario Monti si tratta di “ uso improprio di aiuti pubblici in favori di investimenti nel settore alberghiero. La notizia e’ stata riportata dal quotidiano La Nuova Sardegna del 13 marzo 2004 che titolava “Gli albergatori restituiscono gli incentivi “ e dal quotidiano L’Unione Sarda, stessa data, “Restituite i soldi, 28 albergatori in crisi”.

Anche la Regione Puglia ha utilizzato il POR per cercare di reperire fondi per nuovi campi da golf .Nel documento del  POR Puglia 2000-006, Complemento di Programmazione, Scheda tecnica di Misura n° 4.14, molto spazio è dedicato proprio al golf:
“Linee di intervento
  • migliorare la qualità dell’offerta turistica mediante l’incentivazione, soprattutto, delle strutture      ricettive esistenti per la elevazione degli standards qualitativi e dotazione di servizi complementari favorendo le condizioni per prolungare la stagione turistica;
  • suscitare un turismo innovativo mediante l’incentivazione di strutture per il golf, congressuali, termali, per la terza età e promuovere l’escursionismo per la fruizione delle bellezze naturali ed ambientali;”
Come per la Sardegna, strumento di finanziamento per la realizzazione dei campi da golf in Puglia è la L.488/1992:
 - impianti per il gioco del golf comprensivi di club-house e struttura ricettiva, aperta al pubblico, con requisiti minimi richiesti per una classificazione a 4 stelle (max 300 posti letto);
Unitamente alla realizzazione di impianti per il gioco del golf è consentito realizzare una struttura ricettiva, al fine di incoraggiare ed orientare l’imprenditoria del settore verso un’attività (golf), assolutamente innovativa per la regione e creare le condizioni per originare un circuito per l’attrazione di una utenza medio-alta soprattutto europea.”
L’intero documento della Regione Puglia è visionabile al sito:

Un’inchiesta sui campi da golf in Puglia è andata in onda il 26 febbraio 2004 su Radio Capital

Analoga la situazione  per la Sicilia.
Per il POR della Regione Sicilia ( misura 4.19), la legge nazionale utilizzata è sempre la 488/1992.
I campi da golf sono ancora una volta inseriti  e  ben propagandati:
 “110.329.888 euro saranno erogati su una spesa complessiva di € 337.128.757, programmata dalle 285 imprese agevolate, riguardante investimenti in strutture turistiche quali alberghi, agriturismo, campeggi, ristoranti, villaggi, parco giochi, sale congressuali, campi da golf, stabilimenti balneari e complessi per il turismo rurale.”

Altri Fondi Comunitari, stavolta quelli del Patto Territoriale (strumenti creati per sconfigger l’occupazione)  stavano per finanziare attività immobiliari connesse al campo da golf di Is Arenas (Narbolia-San Vero Milis) in Sardegna.

  La società Is Arenas srl   aveva chiesto ed ottenuto un finanziamento pubblico di circa 9 miliardi e rotti di vecchie lire, cosi' suddiviso fra tre societa' controllate:

-Is Arenas Hotel 4 miliardi e 578 milioni;
-Is Arenas Sporting Club 1 miliardo e 407 milioni;
-Is Arenas Golf  3 miliardi 635 milioni e 10 lire.

 I fondi pubblici europei del Patto territoriale di Oristano(Unione Sarda del 22 gennaio 2000), richiesti insieme alla Provincia , con l' assenso della Regione, del CIPE (Comitato Interministeriale per la programmazione economica), attraverso l' apposita società  costituita per gestire lo stesso strumento finanziario del Patto, il SIL, sono stati però bloccati dalla Commissione Europea.
In seguito all’apertura della procedura d’infrazione contro lo stato membro per la violazione del diritto comunitario, dopo l’intervento del Commissario Europeo per l’ambiente Margot Wallstrom l’erogazione dei finanziamenti è stata bloccata.
La circostanza è confermata ufficialmente anche in una lettera al Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli del Direttore generale del servizio Conservazione Natura Aldo Cosentino dello steso Ministero,che scrive:
 “ Il mancato rispetto delle disposizioni comunitarie e l’apertura della procedura d’infrazione hanno comportato la sospensione della concessione di un contributo comunitario alle Società interessate alle iniziative nell’ambito del POM Sviluppo locale-Patto Territoriale Oristano.” (lettera dell’8/09/03).

Anche gli   Impianti e campi per il golf, compresi i campi pratica per il golf sono stati inclusi nel Bando emanato dalla Regione Lazio a favore di imprese artigiane e di PMI (Piccole e medie Imprese) che potevano ricevere, presentando domanda entro il 15/03/03, contributo a fondo perduto pari a 100.000,00   Euro per programmi di ampliamento, ristrutturazione, ammodernamento, riconversione (per le imprese artigiane) e di qualità, marketing, sistemi informativi ed informatici e ambientali e di controllo sull'inquinamento (per le PMI).   Possono presentare domanda le Beneficiari dei finanziamenti sono piccole e medie imprese, singole o associate, come definite dal D.M. 18 settembre 1997 che recepisce i parametri U.E. di cui alla Racc. 96/280/CE del 3 aprile 1996.

La Regione Toscana  in un comunicato stampa del 9/11/2003 propone a livello di idea, di premiare (con finanziamenti pubblici s’intende)  i campi da golf con un certificato ambientale.
“Le imprese turistiche possono avere un forte impatto ambientale. In futuro l’adozione di una gestione più rispettosa nei confronti dell’ambiente diventerà sempre più una sorta di biglietto da visita per godere di agevolazioni al credito e di finanziamenti pubblici.Per rimborsare le consulenze sostenute anche dai campi da golf che vorranno qualificare i propri servizi ci saranno dal 2004 specifiche risorse, che serviranno a coprire il 50% delle spese sostenute.
Per orientare le aziende che credono nello sviluppo sostenibile è nato anche uno sportello ad hoc, che può essere contattato rivolgendosi all’ufficio relazioni con il pubblico dell’Arpat: il numero verde è 800.800.400”
.

  Da registrare, sempre in ambito contabile, l’intervento della Corte dei Conti in Sardegna dove un’indagine è stata aperta sull’attività della Regione in materia di utilizzo di terre pubbliche per un campo da golf (Is Arenas di Narbolia).  



A evidenziare una difficoltà finanziaria del settore golfiistico italiano è un articolo del Corriere della Sera dove nel 2003 si invoca lo stato di calamità naturale  per presunti danni subiti dai campi a golf.
“..Per questo il golf italiano denuncia lo stato di calamità naturale e chiede l’intervento del Credito Sportivo. L’estate ha desertificato i campi di gioco e rischia di mandare in crisi il settore. L’allarme lanciato nei giorni scorsi sul Corriere della Sera da Bruno Bizzozero, presidente del comitato lombardo, è diventato nazionale. E la Federgolf l’ha fatto proprio attraverso il vertice che fa capo a Franco Chimenti…


Anche a livello europeo è stato sollevato il problema della correttezza delle sovvenzioni pubbliche per i campi da golf.
Esiste  un autorevole parere quello della Corte dei Conti Europea che nel 1998 nella sua lettera settoriale a proposito della Baviera (Germania) ha affermato che “le sovvenzioni ai campi da golf fornite nel quadro di tale programma (Quadro Comunitario di Sostegno ndr) sono spesso in contrasto con questo”.Contestato è il tentativo di far passare i percorsi golfistici sotto la voce agriturismo proprio per poter godere dei fondi europei.

Tornando all’Italia, problemi d’interpretazione e applicazione proprio della l.488/92 , con riferimento al golf, sono stati sollevati anche in Parlamento, alla Camera dei Deputati, il 21 ottobre 2003.
Gli on..Lo Presti e Anedda (Alleanza Nazionale) in un’interrogazione sulla possibile esclusione dal finanziamento delle domande, facenti riferimento ai contratti registrati proposta alla società Golf club Palermo, invitano il Ministro per le Attività produttive a emanare  un'interpretazione compatibile con la domanda di agevolazioni per la realizzazione di un campo pratica di golf da ubicare in Palermo.




IL CONSUMO D’ACQUA

Ma quanto consuma un campo da golf?

Per il prof.Vittorio Gallerani dell’Università di Bologna “Il campo da golf necessita di una notevole mole d’acqua irrigua per mantenere un’adeguata crescita della vegetazione nelle aree di gioco”(Agrobusiness Paesaggio Ambiente nn.2-3 1997/1998).
Ogni campo da golf,  tipo medio, a 18 buche, secondo stime dell’Associazione Europea del Golf, consuma in media 2.000 metri cubi di acqua al giorno. Ovvero ogni 24 ore un percorso si “beve” la stessa quantità d’acqua consumata da un paese da 8.000-9.000 persone. La stima è sostanzialmente confermata anche dallo studio della Regione Puglia, secondo il quale “E’ interessante rilevare che la quantità d’acqua che mediamente serve per irrigare un campo da golf in una giornata estiva rappresenta l’equivalente del fabbisogno di un paese di 8.000 abitanti, nonché l’equivalente per la produzione di due tonnellate di grano”.
Sono leggermente più ottimistiche le stime   della giornalista  Marina Forti,
70/80 metri cubi di acqua al giorno, se in un campo di 60 ettari se ne irrigano solo 20, i percorsi delle buche, arriviamo a 1400-15000 metri cubi d’acqua al giorno per ogni singolo campo. Più o meno analoghi sono i calcoli del mensile italiano La Nuova Ecologia del numero di  novembre 1993, che parla di 1.600 metri cubi d’acqua al giorno.
  
Comunque la si metta si tratta indubbiamente di una quantità’ non trascurabile: un dato che diventa  uno schiaffo, al 1 miliardo e 400 mila persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile,secondo le stime di Riccardo Petrella, studioso e autore della proposta per un Contratto e un Parlamento Mondiale sull’acqua. Ma  in tempi di emergenza idrica anche per l’occidente si può parlare tranquillamente di uno spreco oggettivo. Nella stessa Italia in non poche zone, come Sicilia, Sardegna e Puglia  i cittadini sono costretti a fare i conti tutti i giorni con i razionamenti dell’oro bianco.
Roberto Della Seta, portavoce nazionale di Legambiente, ha così criticato le Amministrazioni e i commissari per la gestione della crisi idrica in occasione delle nuove proteste dei cittadini pugliesi, lucani e siciliani.
" … In Puglia se non bastasse la penuria d’acqua, l’acume degli amministratori ha previsto nei programmi operativi regionali la realizzazione di una ventina di campi da golf".


L’uso dell’acqua per il golf  dunque oltre ad essere considerato una sorta di lusso insopportabile  tra i consumatori, anche per alcune  norme legislative sembrerebbe essere non ammesso:
<<Nei periodi di siccità e comunque nei casi di scarsità di risorse idriche,….deve essere assicurata, dopo il consumo umano, la priorità dell’uso agricolo>> (art.28 Legge nazionale n.36 del 5 gennaio 1994)
Un uso ludico, quello dell’innaffiamento per il mantenimento del golf, che inoltre contraddice il principio di sostenibilita’ dell’uso delle risorse naturali propugnato dall’Agenda 21, il decalogo stilato dalla Conferenza delle Nazioni Unite svoltasi a Rio De Janeiro nel 1992.
“Il campo da golf può anche essere una delle cause di desertificazione o di peggioramento dello stato del suolo.Per le sue peculiari caratteristiche legate alla costruzione o alla manutenzione del green, il campo da golf contribuisce al processo di desertificazione .Infatti, l’abbattimento del manto vegetazionale esistente,l’ eccessivo trattamento chimico del terreno di un campo da golf possono essere all’origine del processo di desertificazione”.
(dalla pubblicazione già citata della Regione Puglia su Golf e Ambiente, pag.7-8)

A seconda della localizzazione: costa, montagna o in terreno agricolo, la realizzazione di un campo da golf da luogo a differenti problematiche,
Coste
Per quel che riguarda i siti di percorsi golfistici costieri o in prossimità del   vi e’ un   potenziale  rischio ambientale. Quando non viene utilizzata l’acqua di acquedotti, dighe o condotte spesso i promotori del golf si vantano di essere autosufficienti per l’approvvigionamento idrico attraverso l’utilizzo di propri pozzi .In questo caso viene ignorato o quantomeno trascurato che le trivellazioni per pozzi sono causa diretta e inequivocabile di un aumento della percentuale di sale nell’acqua nelle falde idriche preesistenti. Si tratta del cosiddetto fenomeno di salinizzazione delle acque potabile e per uso civile, situazione ben conosciuto in tutte le aree predesertiche- mediterranee, studiato ampiamente nelle sedi universitarie.
Un altro fenomeno legato alla presenza di un campo da golf è quello della salinizzazione della falda idrica. Spesso accade che la costruzione do un nuovo campo da golf  determini l’apertura indiscriminata di nuovi pozzi nelle aree costiere per assicurare la sopravvivenza del campo e questo induce un aumento del rischiosi salinizzazione della falda idrica sotterranea con ulteriori gravi rischi per l’uso potabile e agricolo. Un esempio, in Puglia,è il campo che sorge vicno al Parco Naturale delle Cesine (Acaya Golf Club) dove l’abbassamento della falda di acqua dolce è all’origine della salinizzazione delle acque del Parco”(Regione Puglia, Golf e Ambiente).

Affermazioni categoriche allarmanti, quelle riguardanti il caso del Parco delle Cesine, che dovrebbero far riflettere anche i nostri agricoltori, troppo spesso in silenzio di fronte alla progettazione di nuovi campi.
Come accennato inoltre, il golf non arriva quasi mai da solo dunque nei siti in prossimità del mare l’impatto va valutato globalmente, non solo per il singolo percorso, ma anche per ciò che riguarda i suoi annessi (dichiarati o meno) di strutture urbane: villette, opere di urbanizzazione e quant’altro.

Montagne
Delle problematiche relative ai campi da golf realizzati in montagne vi e’ uno studio della CIPRA (Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi).
“Si può evidenziare come le grandi movimentazioni di terra, richieste per creare i campi, siano in montagna più pericolose con l’aumentare della quota, in quanto compromettono maggiormente il potenziale naturale e la capacita’ di rigenerazione delle specie vegetali(dai 700/800 m sul versante nord e dai 1000 m sul versante sud delle Alpi).


Agricoltura
Le organizzazioni agricole non appaiono del tutto consapevoli delle possibili conseguenze dell’impatto ambientale del golf, anche se sporadicamente cominciano ad emergere alcune preoccupazioni.

Su un notiziario della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), una delle maggiori organizzazioni del settore, (Mondo Agricolo Veneto n.29 del  2001)si legge infatti che <<Il diffondersi del gioco del golf sta creando serie conseguenze all’ambiente.>>
Dunque malgrado  apparenze e  costose propagande patinate di verde, il golf si è rivelato nei fatti una disciplina ecologicamente insostenibile.

L’UTILIZZO DEI PESTICIDI


In questo delicato settore non mancano i tentativi di minimizzare i possibili pericoli dell’utilizzo di diserbanti e pesticidi per la manutenzione dei greens. Gli sforzi propagandistici, bisogna riconoscerlo, dei promotori di nuovi progetti sono notevoli e hanno cercato di coinvolgere in questi anche alcune associazioni ambientaliste, enti e istituzioni. Il tutto per cercare di fugare i pesanti dubbi sui rischi di inquinamento di risorse idriche, faunistiche e vegetali in prossimità dei percorsi sportivi.
Interessante e dettagliato a proposito dei rischi sanitari da pesticidi, il rapporto del Procuratore generale di New York Elliot Sptizer a proposito del campi di Long Island.
Per il settimanale New Scientist un campo da golf in Giappone su un campo si impiegano mediamente una tonnellata e mezzo di prodotti chimici all’anno una quantità superiore di 8 volte quella utilizzata per i campi da riso. Stima inferiore viene fatta dal Journal of Pesticides Reform che si ferma a 750 chili per anno in un campo standard negli Usa.
Uno studio del Sport Turf Research Institute lancia l’allarme sul sovradosaggio dei fertilizzanti a base di fosfati tanto da scrivere <<il terreno in certi casi potrebbe esere venduto direttamente come concime chimico>>.
Ancora negli Usa l’Audubon Society ha tentato di individuare i criteri di classificazione dei campi da golf in base al grado di ecologicita’. Una strada che non convince del tutto le altre associazioni ambientaliste e in particolare il Sierra Club altro storico e combattivo movimento statunitense.
La tattica seguita ora da club e società golfistico-immobiliari anche in Europa e’ quella dotarsi di codici volontari per poter vantare patenti pseudo-ecologiste. Lo scopo dichiarato e’da una parte di cercare di rifare il trucco ad un’immagine non positiva del golf e dall’altra, più concretamente, accelerare autorizzazioni degli enti pubblici e cercare di superare le opposizioni locali.
 Una sorta di decalogo delle buone intenzioni e’ stato redatto nel 1997 dall’Associazione Europea del Golf insieme ad Audubon International , arrivato poi alla sigla di una dichiarazione comune: Valderrama del 1999. Pura e semplice operazione d’immagine tanto e’ vero che mai si parla di inserire i campi da golf nell’elenco di opere da sottoporre obbligatoriamente alla Valutazione d’Impatto Ambientale.
In Danimarca i 135 campi da golf (il 40% del totale) che sorgono su terreni statali o comunali entro quest’anno (2003) dovranno adeguarsi ad un bando completo dei residui di pesticidi previsti  che possono inquinare le acque di falda .Ciò e’ prescritto dalla normativa nazionale riguardante  di questo paese, segno evidente di un problema esistente.
Sempre dagli Stati Uniti per cercare di ovviare alle critiche sull’uso eccessivo di pesticidi nel golf, arrivano ora anche i prati biotech, a promuoverli, ma le proteste non si fiaccano. Anzi. la Società’ americana del paesaggio, insieme all’economista new global Jeremy Rifkin, ritengono che si cada a dalla padella alla brace e ha chiesto al Ministero dell’Agricoltura di ordinare la sospensione dei test condotti dalle note multinazionali leader (fra le quali la Monsanto) delle coltivazioni geneticamente modificate.

Sul tema golf e pesticidi pubblichiamo integralmente l’interessante opinione di Bent Schack Iversen dell’International Centre for Pesticide Safety.

 Passeggiando sul prato di un campo da golf potreste chiedervi con una certo stupore come possa essere così ben tenuto, pulito e verde. Trovereste a fatica una sola pianta selvatica su 50 ettari di prato di buon livello. La risposta è semplice: professionisti impiegano una gran quantità di tempo a mantenere il campo in ordine usando grandi dosi di pesticidi.
La quantità ed il tipo di pesticida usato dipendono in gran parte dal tipo di campo, dalle condizioni climatiche, dal tappeto erboso impiegato, dall’ambiente circostante e dalle norme del paese sui pesticidi e sulle loro applicazioni.
Per esempio si è stimato che la quantità di pesticidi impiegata in Gran Bretagna nel 1994 fu quasi di 80.000 kg di sostanze attive. Il 43% del totale è stato impiegato sui prati verdi, il 40% sui percorsi o sui tees ed il resto sulle aree circostanti. Sono stati usati maggiormente erbicidi e fungicidi (41% del totale ciascuno).
La quantità di antiparassitari impiegati sui campi da golf in genere è maggiore di quello impiegato in agricoltura e negli ultimi anni la discussione sui rischi per i giocatori (che spesso giocano subito dopo l’applicazione degli antiparassitari) e i problemi per l’ambiente sono divenuti sempre più frequenti.
Diversi tipi di antiparassitario vengono impiegati normalmente sui campi. Nelle Hawaii l’erbicida all’arsenico MSMA è stato il più usato, sul 97% dei campi. Il suo tasso massimo di applicazione indicato sull’etichetta è di 4,48 kg/ha (2-6 trattamenti annui) che si è stimato possa dare un tasso medio annuo di applicazione di 13.08 kg principio attivo/ettaro/anno. Per quel che riguarda i fungicidi, il Metalaxyl  è stato applicato sull’84% dei campi con un tasso di applicazione di 1,57 kg a.i./ha, 3-6 volte all’anno, che provocava un tasso medio annuo di applicazione del 3.31 kg a.i./ha/y. Tra gli insetticidi, il maggiormente impiegato è stato il Chlorpyrifos (76% dei campi) con un tasso medio annuo di applicazione di 3.38 kg a.i./ha/y in 1-3 applicazioni.
MSMA (Monosodium Acid Methanearsonate, CH4AsNaO1) è un erbicida da contatto che si impiega su tappeti erbosi del tipo Bermuda o Zoysia per controllare ad esempio l’erba bahia, la sanguinella, il piè di gallo, il falasco annuale ed altre erbe. Può essere usato da solo o  con altri erbicidi. Il prodotto è leggermente tossico e può provocare una certa irritazione in seguito a contatto prolungato. Il Metalaxyl (C15H21NO4) è un fungicida benzenoide sistemico, leggermente tossico (classificato di III classe dall’EPA) se ingerito o per  contatto. Non è tossico per gli uccelli, pesci d’acqua dolce e api.  Il Chlorpyrinfos (C9H11Cl3NO3PS) è un insetticida organofosforico ad ampio spettro moderatamente tossico (III classe). E’ pericoloso per gli animali e le api.
Il profilo tossicologico dei pesticidi impiegati nei campi da golf varia notevolmente. Anche se non vi sono prove riguardo ad un maggiore rischio tossicologico per i giocatori abituali rispetto ai non-giocatori, l’uso di antiparassitari sui campi non deve essere ignorato (nel 1964 fu pubblicato un caso di dermatite causata dal fungicida Thiram). Un primo passo da fare sarebbe quello di avvertire i giocatori di golf e i membri dei vari club sui pesticidi usati, sulle quantità applicate e sui periodi di trattamento (per quanto possibile). Queste notizie potrebbero essere pubblicate sulla rivista mensile per i membri dei club, o diffuse per mezzo di avvisi affissi all’interno dei locali.
Inoltre i giocatori potrebbero essere informati sui rischi derivanti dall’applicazione di antiparassitari o sul comportamento da tenere sui campi quando sono in corso irrorazioni o se sono stati da poco irrorati antiparassitari.
Per quel che riguarda l’ambiente, le autorità devono essere consapevoli dei rischi e dovrebbero monitorare regolarmente i livelli di  contaminazione di falde sotterranee, laghi o fiumi nelle vicinanze dei campi.
BIBLIOGRAFIA

BARRY M. BRENNAN, ET AL. (1999)
Estimated Pesticide Use On Golf Courses In Hawaii. Hawaii Pesticide Information Retrieval System.

DAVID GARTHWAITE, (1999)
Golf Course Pesticide Usage 1994 - 1997 – A Summary. Central Science Laboratory, Ministry of Agriculture Fisheries and Food, UK.
Dal sito Internet dell’ICPS, Centro Internazionale per gli antiparassitari e la prevenzione sanitaria di Busto Garolfo (MI), creato dalla Regione Lombardia su proposta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): 


Prima di essere vietato dall'EPA(Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) negli USA, alcuni composti chimici contenenti cadmio erano usati come funghicidi per i prati da golf e domestici. La notizia del 23/06/2003 che cita un’istituto di Ricerca americano è riporta dal sito

Fonte: ENS; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi@ecquologia.it www.ecquologia.it

Sempre in campo sanitario il sito



riporta la notizia che l’Uranio impoverito, noto per i problemi di salute causati ai militari in zone di guerra, verrebbe utilizzato nelle mazze da golf. Riportiamo questa notizia senza alcun allarmismo e con il beneficio del dubbio. Non è nostro compito fare banale scandalismo e pertanto la riportiamo esclusivamente per dovere di cronaca. Ecco un estratto testuale della citata pagina web:
 “Decine di migliaia di tonnellate di materiale radioattivo sparso per anni su tutta la superficie del pianeta. Uranio nei proiettili, nelle mine e per blindare i carri armati. Uranio come contrappeso nella costruzione di aerei civili e militari, elicotteri, satelliti, navi e barche a vela. Uranio come schermante nelle stanze degli ospedali e nelle apparecchiature diagnostiche. Persino nelle leghe per le otturazioni dei denti e nelle mazze da golf.”

 L’UNIONE EUROPEA E L’IMPATTO AMBIENTALE

 In tema di danni ambientali legati al golf  riveste particolare interesse la sentenza del 29 gennaio 2004 Corte di Giustizia (organo dell’Unione EuropeaSez.II. 

La sentenza ha infatti condannato l’Austria per essere venuta meno agli obblighi imposti di due direttive comunitarie (Uccelli e Habitat) 79/409 e 92/43.

Si tratta di un punto fermo nella giurisprudenza comunitaria che in maniera inequivocabile ha sanzionato uno stato per aver ampliato un campo da golf.
Ovvero il più importante organo giurisdizionale europeo ha sancito il collegamento diretto tra  golf e la minaccia ad alterare habitat naturali e presenza di specie animali.
In un colpo solo la sentenza spazza via, una volte per tutte, il falso luogo comune che i promotori del golf cercano in tutte le maniere di accreditare: una presunta valenza-ecologica ambientale del golf.

Un estratto della sentenza, dal sito di lexambiente



 Il governo del Land  della Stiria autorizzava l’ampliamento del campo da golf di Weißenbach, sito sul territorio del Comune di  Wörschach, con la realizzazione di due nuovi percorsi su un sito classificato come ZPS e conosciuto  con il nome di ZPS del «Wörschacher Moos».

 In seguito a una denuncia, il 4 novembre 1999 la  Commissione inviava alla Repubblica d’Austria una lettera di diffida. In tale lettera si faceva presente  che sia dagli elementi informativi forniti nella denuncia, sia dalle relazioni peritali sulla base delle quali  era stata emanata la decisione 14 maggio 1999 emergeva un’elevata probabilità che il progetto di  ampliamento di cui trattasi, ove realizzato, si ripercuotesse in modo negativo, ai sensi dell’articolo 6, n.  3, della direttiva sugli habitat, sulla popolazione esistente di re di quaglie. Tale progetto avrebbe potuto  essere dunque autorizzato solamente qualora fossero risultate soddisfatte le condizioni previste al n. 4  del medesimo articolo 6, nessuna delle quali sarebbe stata tuttavia rispettata dalle autorità competenti.  La Repubblica d’Austria sarebbe quindi venuta meno agli obblighi ad essa incombenti ai sensi del  combinato disposto della direttiva sugli uccelli e degli articoli 6, nn. 3 e 4, e 7 della direttiva sugli habitat. 8. Nella lettera di risposta della Repubblica d’Austria alla Commissione del 12 gennaio 2000, il governo  del Land della Stiria faceva presente che, poiché le conseguenze permanenti prodotte dal progetto di  cui trattasi sulla natura e sul sito avrebbero potuto essere direttamente evitate subordinando la  decisione 14 maggio 1999 a idonee condizioni, non sarebbe stato ritenuto necessario procedere  all’esame della sussistenza di particolari interessi di ordine economico che prevalessero sugli interessi  della tutela dell’ambiente naturale. Grazie alle condizioni fissate nella decisione 14 maggio 1999,  sarebbe stata garantita la prevenzione delle prevedibili conseguenze negative per la popolazione del re  di quaglie. 9. Con lettera 27 luglio 2000, la Commissione emanava un parere motivato in cui affermava che dalla  perizia affidata dalle autorità del Land della Stiria al sig.Gepp dell’Istituto per la protezione della natura e  dell’ecologia di Graz (Austria) emergeva, per la popolazione del re di quaglie, un rischio potenziale  significativo connesso al progetto di ampliamento del terreno da golf. Orbene, la Commissione non si  dichiarava persuasa dell’efficacia delle condizioni imposte dalla decisione 14 maggio 1999 al fine di  eliminare tale rischio. D’altronde, il perito avrebbe sconsigliato la prescrizione di condizioni complesse  idonee a ridurre solamente in parte le fonti di rischio, avrebbe raccomandato siti sostitutivi precisi per  l’ampliamento de quo ed avrebbe ritenuto la realizzazione dei due nuovi percorsi incompatibili con la  conservazione della popolazione del re di quaglie. 10. Nel parere motivato, la Commissione faceva parimenti presente di disporre di un nuovo studio  denominato «Distribuzione, biologia ed ecologia del re di quaglie nella valle dell’Enns nella Stiria»,  realizzato dal sig. Schäffer per conto dell’Istituto per la protezione della natura e dell’ecologia di Graz,  secondo cui, alla luce dello stato delle conoscenze sul comportamento del re di quaglie, si sarebbe  dovuto tener conto del fatto che le superfici interessate dal progetto di ampliamento del terreno da golf  erano interamente comprese nel settore prativo eventualmente frequentato da tale specie. La  Commissione ne traeva la conclusione che l’ampliamento de quo avrebbe distrutto talune strutture  dell’habitat di tale specie. Conseguentemente, la realizzazione del progetto di cui trattasi nel territorio  del Comune di Wörschach sarebbe stato autorizzato in contrasto con i requisiti prescritti dall’articolo 6,  n. 3, della direttiva sugli habitat, malgrado le conclusioni negative della valutazione dell’incidenza  dell’operazione sull’habitat interessato. 11. La Repubblica d’Austria veniva invitata a prendere le misure necessarie per conformarsi a tale  parere entro il termine di due mesi a decorrere dalla sua notifica. 12. Con lettera 6 dicembre 2000, il governo austriaco rispondeva che il competente governo regionale  persisteva nella convinzione che non sussistesse alcuna violazione della normativa comunitaria, atteso  che la realizzazione del progetto di cui trattasi non sarebbe stata, nella specie, tale da incidere  significativamente sul sito interessato, ai sensi dell’articolo 6, n. 3, della direttiva sugli habitat. 13. Il 31 maggio 2002 la Commissione decideva di proporre il presente ricorso. Sulla ricevibilita
 Argomenti delle parti 14. Il governo austriaco fa valere, in via principale, che in data 27 giugno 2002 il Verwaltungsgerichtshof  (Suprema Corte amministrativa) (Austria) ha annullato la decisione 14 maggio 1999 per vizi procedurali.  Atteso che la pronuncia di annullamento possiede effetti retroattivi, la detta decisione sarebbe tamquam  non esset. Il presente ricorso per inadempimento, riguardando specificamente tale decisione, sarebbe  quindi privo di oggetto. Inoltre, in esecuzione della sentenza del Verwaltungsgerichtshof, il gioco sui due  nuovi percorsi contestati sarebbe vietato. Quanto all’emananda decisione sulla domanda del gestore  del terreno da golf, il governo austriaco sottolinea che essa sarà conforme al diritto comunitario e che il  presente procedimento non potrebbe possedere carattere preventivo nei confronti di una decisione non  ancora emanata. 15. La Commissione sostiene che l’eccezione relativa al venir meno dell’oggetto del ricorso deve essere  respinta per due motivi. Da un lato, se è pur vero che l’annullamento della decisione 14 maggio 1999  implicherebbe il ripristino dello status quo sussistente anteriormente all’emanazione di tale decisione,  resterebbe il fatto che l’autorità responsabile sarebbe tuttavia tenuta a pronunciarsi nuovamente sulla  domanda dell’interessato, vale a dire il gestore del terreno da golf. Considerato che l’autorità  competente non avrebbe ancora deciso in merito, sarebbe impossibile stabilire con certezza se quanto  meno l’elemento formale dell’infrazione sia venuto meno. Dall’altro, l’inadempimento di cui trattasi  sarebbe sussistito ancora, sia sotto il profilo formale sia in fatto, alla scadenza del termine fissato nel  parere motivato della Commissione. Giudizio della Corte 16. A tal riguardo, si deve ricordare che, secondo una giurisprudenza costante, l’esistenza di un  inadempimento deve essere valutata in relazione alla situazione dello Stato membro quale si presentava  alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato e la Corte non può tener conto dei mutamenti  successivi (v., in particolare, sentenze 18 marzo 1999, causa C-166/97, Commissione/Francia, Racc.  pag.I-1719, punto18, e 30 gennaio 2002, C-103/00, Commissione/Grecia, Racc. pag.I-1147, point23). 17. Orbene, nella specie è pacifico che, alla scadenza del termine fissato dalla Commissione per  consentire alla Repubblica d’Austria di conformarsi al parere motivato, la decisione 14 maggio 1999,  considerata dalla Commissione quale fatto generatore dell’inadempimento del detto Stato membro, era  ancora in vigore. Del resto, come riconosciuto dallo stesso governo austriaco, i due nuovi percorsi da  golf previsti nella detta decisione erano stati nel frattempo realizzati. 18. Conseguentemente, il presente ricorso per inadempimento non può essere considerato, in ogni  caso, privo di oggetto (v., in tal senso, sentenza 24 marzo 1988, causa 240/86, Commissione/Grecia,  Racc. pag.1835, punti 12-15). 19. L’eccezione sollevata dalla Repubblica d’Austria deve essere quindi respinta.
 Nel merito Argomenti delle parti 20. Secondo la Commissione, il progetto di ampliamento del terreno da golf di cui trattasi su un sito  classificato come ZPS, essendo tale da incidere in termini significativi sul sito stesso nonché sulla  popolazione di re di quaglie, in modo da ridurre considerevolmente la funzione della ZPS con riguardo  agli obiettivi di conservazione fissati dalla normativa comunitaria, non avrebbe dovuto essere  autorizzato alla luce dell’articolo 6, n. 3, della direttiva sugli habitat. Peraltro, non sarebbero sussistiti i  requisiti ai fini dell’autorizzazione del progetto ex articolo 6, n. 4, della direttiva medesima. 21. Il governo austriaco deduce che, tenuto conto della valutazione delle incidenze sul sito regolarmente  effettuate e in conseguenza delle misure successivamente disposte con la decisione 14 maggio 1999,  sarebbe stata esclusa una minaccia significativa per la popolazione di re di quaglie nella ZPS del  «Wörschacher Moos». Parimenti, ai fini dell’autorizzazione dell’ampliamento del terreno da golf di cui  trattasi, non sarebbe stata necessaria la sussistenza dei requisiti previsti dall’articolo 6, n. 4, della  direttiva sugli habitat. Giudizio della Corte 22. Per quanto attiene alle ZPS classificate ai sensi dell’articolo 4 della direttiva sugli uccelli, emerge  dall’articolo 6, n. 3, della direttiva sugli habitat, nel combinato disposto con il successivo articolo 7, che  qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione della ZPS ma che  possa avere incidenze significative sulla medesima, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o  progetti, deve formare oggetto di un’opportuna valutazione dell’incidenza esercitata su tale zona,  tenendo conto degli obiettivi di conservazione della zona stessa. Alla luce delle conclusioni della  valutazione dell’incidenza sulla ZPS, le autorità nazionali competenti esprimono il loro accordo su tale  piano o progetto solamente dopo aver conseguito la certezza che esso non pregiudicherà l’integrità  della ZPS di cui trattasi e, se del caso, previo parere dell’opinione pubblica. 23. E’ pacifico che, nel 1998, nell’ambito del procedimento d’indagine precedente l’emanazione della  decisione 14 maggio 1999, il sig. Gepp dell’Istituto per la protezione della natura e dell’ecologia di Graz  abbia redatto una relazione peritale su incarico delle autorità del Land della Stiria. Tale relazione  peritale è riportata nella decisione 14 maggio 1999. 24. Dalla detta relazione peritale risulta che nella ZPS in cui è previsto l’ampliamento controverso esiste  una popolazione di re di quaglie. Tale ampliamento implicherebbe, in particolare, il venir meno di una  parte delle aree di alimentazione e di rifugio della specie in questione, la distruzione delle relazioni  funzionali per effetto dello spezzettamento delle varie zone frequentate dal re di quaglie nonché  l’eliminazione e la perturbazione di strutture dell’habitat. Quanto ai provvedimenti che potrebbero  eventualmente porre rimedio alle perturbazioni che potrebbero scaturire dalla realizzazione del progetto  controverso, esse produrrebbero un effetto solamente parziale, sarebbero difficili da porre in essere e la  loro efficacia a lungo termine sarebbe dubbia. In definitiva, la realizzazione dei due percorsi da golf di  cui trattasi rischierebbe di compromettere la perennità della popolazione di re di quaglie presente nella  ZPS del «Wörschacher Moos», l’unica popolazione capace di riprodursi nelle Alpi centrali. Per tale  motivo, nella relazione peritale vengono indicati siti alternativi per la realizzazione dell’ampliamento del  terreno da golf. 25. Su incarico delle autorità del Land della Stiria, il sig. Lentner ha redatto, il 26 giugno 1999, una  relazione peritale avente ad oggetto l’esame della fondatezza della perizia svolta dal sig. Gepp, in  considerazione delle conclusioni che le autorità medesime ne hanno tratto. Secondo il sig. Lentner, la  tesi sostenuta nella decisione 14 maggio 1999, secondo cui le misure prescritte consentirebbero di  evitare gli effetti negativi sulla popolazione di re di quaglie assicurando la perennità di tale popolazione,  non troverebbe alcun sostegno nella perizia del sig. Gepp né in altre perizie o pareri ornitologici a  disposizione delle autorità. In realtà, tali misure, previste quali misure compensative, sarebbero da  considerarsi inadeguate per evitare gli effetti negativi con un certo margine di sicurezza. 26. Alla luce del tenore di tali relazioni peritali e in assenza di elementi probatori contrari, si deve  necessariamente rilevare che, al momento dell’emanazione della decisione 14 maggio 1999, le autorità  austriache non potevano legittimamente ritenere che il progetto di ampliamento del terreno da golf di cui  trattasi nella specie, accompagnato dai provvedimenti previsti nella detta decisione, non fosse tale da  perturbare in maniera significativa la popolazione di re di quaglie presente nella ZPS del «Wörschacher  Moos» e non pregiudicasse l’integrità della zona medesima. 27. La circostanza che la nota redatta il 15 luglio 2002 dal sig.Gepp su richiesta del governo del Land  della Stiria, in merito all’interpretazione delle valutazioni e conclusioni contenute nella sua stessa  perizia, sembri attenuare in qualche modo la loro portata non può rimettere in discussione la  constatazione di cui al punto precedente della presente sentenza. Lo stesso ragionamento vale per i  censimenti della popolazione di re di quaglie presenti nella ZPS del «Wörschacher Moos», effettuati nel  2000 e nel 2002, che hanno accertato la presenza, rispettivamente, di tre e due esemplari maschi in  parata, censimenti ai quali il governo austriaco si richiama per dimostrare che la realizzazione  dell’ampliamento del terreno da golf non avrebbe determinato una regressione significativa della detta  popolazione. 28. Dalle suesposte considerazioni emerge che la decisione 14 maggio 1999 non è stata emanata nel  rispetto dei requisiti previsti dall’articolo 6, n. 3, della direttiva sugli habitat. E’ parimenti pacifico che  nella specie non sono stati rispettati i requisiti previsti dal successivo n. 4 del medesimo articolo. 29. Si deve pertanto dichiarare che, autorizzando il progetto di ampliamento del terreno da golf del  Comune di Wörschach nel Land della Stiria, malgrado le conclusioni negative formulate in una  valutazione dell’incidenza sull’habitat del re di quaglie (crex crex) nella ZPS del «Wörschacher Moos»,  situata nel detto Comune e classificata ai sensi dell’articolo 4 della direttiva sugli uccelli, la Repubblica  d’Austria è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del combinato disposto degli articoli 6,  nn. 3 e 4, e 7 della direttiva sugli habitat. Sulle spese 30. Ai sensi dell™articolo 69, n. 2, del regolamento di procedura, la parte soccombente è condannata alle  spese se ne è stata fatta domanda. Poiché la Commissione ne ha fatto domanda, la Repubblica  d™Austria, rimasta soccombente, va condannata alle spese.
PQM
La Corte (seconda sezione) dichiara e statuisce
 1) Autorizzando il progetto di ampliamento del terreno da golf del Comune di Wörschach nel Land della  Stiria, malgrado le conclusioni negative formulate in una valutazione dell’incidenza sull’habitat del re di  quaglie (crex crex) nella zone di protezione speciale del «Wörschacher Moos», situata nel detto  Comune e classificata ai sensi dell’articolo 4 della direttiva del Consiglio 2 aprile 1979, 79/409/CEE,  concernente la conservazione degli uccelli selvatici, la Repubblica d’Austria è venuta meno agli obblighi  ad essa incombenti in forza del combinato disposto degli articoli 6, nn. 3 e 4, e 7 della direttiva del  Consiglio 21 maggio 1992, 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e  della flora e della fauna selvatiche.
 2) La Repubblica d’Austria è condannata alle spese.

Da

Un’altra  procedura d’infrazione del diritto comunitario, sempre per un campo da golf, è stata aperta direttamente contro l’Italia. Si tratta del caso riguardante un campo da golf in Sardegna, a Is Arenas (di cui abbiamo già parlato specificatamente) per il quale direttamente l’Unione Europea, attraverso il suo organo esecutivo la Commissione, nel 2001 mette in guardia lo stato membro a proposito del possibile impatto ambientale del green.
 Nel documento d’accusa (Parere Motivato del 9 febbraio 2001 del Commissario Europeo per l’Ambiente Margot Wallstrom) si legge
 <<...la  Commissione Europea ritiene che il campo da golf  abbia un impatto significativo sul sito. Questo impatto e’ idoneo a mettere in pericolo il mantenimento del sito in uno stato favorevole di conservazione, e pertanto, dato che il sito in questione contiene habitat prioritari (che risultano alterati in modo sostanziale)…>>
L’intero lungo (16 pagine) e documentato Parere Motivato della Commissione Europea su Is Arenas, è visionabile al sito Internet

  Anche  la stessa autorità ambientale della  Regione Pugliatra le più accanite istituzioni sostenitrici della realizzazione di nuovi campi da golf, nella già citata pubblicazione scaricabile al sito http://parchi.regione.puglia.it/natura2000/leg/Golf%20e%20Ambiente.pdf
scrive:
Al fine di prevenire una perdita di biodiversità sarebbe pertanto opportuno evitare la progettazione di campi da golf all’interno di SIC  e ZPS o di qualunque area ad elevato pregio naturalistico e vagliare bene la possibilità di costruirne nelle vicinanze.”. 
Dunque istituzioni comunitarie e regionali all’unisono e in maniera forte sconsigliano la localizzazione di campi nei S.I.C., siti d’interesse comunitario tutelati dalla Direttiva Habitat 92/43.Nonostante ciò come abbiamo visto anche nel 2004 in Sicilia si vorrebbe procedere a realizzare un campo nel SIC di Torre Salsa.

L' Italia si trova inoltre  a subire una procedura d’infrazione dell’Unione Europea per il ritardo nel recepimento della VIA per i progetti sottoposti ad iter regionale. Fino al 1996 la VIA per i progetti di rilevanza regionale e' stata inapplicata in tutte le regioni italiane

Oggi in Italia non esiste alcuna obbligatorietà di Valutazione d’Impatto Ambientale sui progetti di nuovi campi da golf
A sottolineare la necessità d’inclusione nella lista di progetti da sottoporre a VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale)  vi e’ la stessa CIPRA, la Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi.
“Gli impatti generali connessi alla realizzazione e al mantenimento dei campi da golf sono: grandi  movimenti terra, sottrazione di terreno agricolo e forestale, distruzione del paesaggio naturale, bonifica di aree umide per creare campi da gioco, laghi artificiali ,ecc.: interruzioni nelle vie idrologiche esistenti; di conseguenza si possono verificare erosione e inondazioni. Nei climi umidi, l’uso di pesticidi per la manutenzione del green può comportare il rischio di inquinamento idrico; non si dovrebbero adibire a campi da golf le aree interessate da sorgenti, i terreni sabbiosi, le aree con falda idrica fluttuante..>>

Nei pochi casi dove amministrazioni accorte hanno provveduto a effettuare la procedura di Valutazione d’Impatto ambientale il risultato è stato d’incompatibilità del progetto. Un valido esempio è il comune di Ravenna dove l’impianto golfistico di Casalborsetti, presentato dalla società Marina di S.Vitale nel settembre 2002 (ennesimo Sito d’Interesse Comunitario tutelato dalla Direttiva Habitat e proposto per un nuovo campo da golf), , è stato bocciato in seguito ad istruttoria di VIA.
Le conclusioni del rapporto di VIA sono inequivocabili. Stabiliscono che "il progetto presentato non appare compatibile con le esigenze di tutela del sito, in particolare, rispetto agli elementi tutelati dal pSIC. Più in particolare, si ritengono incompatibili: la localizzazione degli impianti prativi per la pratica del golf all'interno del sistema di dune e depressioni interdunali compreso nel sito (SIC)…la costruzione degli edifici in aree interne al sito…la completa eliminazione dei rarissimi esempi di successione naturale di habitat costieri, dunale e retrodunali, mentre sarebbe opportuna l'individuazione di un fascia in cui possa essere mantenuta una continuità naturale tra habitat di spiaggia, duna,retroduna e pineta".Non ci saranno esami di riparazione, poiché "non si ritiene necessaria la richiesta di eventuali integrazioni e prescrizioni in quanto, in ogni modo ininfluenti sulle motivazioni di incompatibilità dimostrate".

Alcune Regioni italiane hanno inserito i campi da golf nell’elenco di progetti per i quali è necessaria la procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), in certi specificati casi. 
Così ad esempio ha fatto la Regione Liguria con la legge regionale 30 dicembre 1998 n. 38, pubblicata sul Bollettino Ufficiale Regionale 20/01/1999 n. 1.
Secondo la normativa ligure i campo da golf sono inclusi  nell’ allegato  3, punto 11K.
Ovvero sono considerati  “  Opere ed impianti soggetti a Via regionale in relazione alle caratteristiche del progetto e della zona interessata (art. 2 comma 4 lett. a), b) e c)).”
Dunque quando,  i progetti  di campo da golf sono compresi in uno dei tre seguenti casi:
“a) ricadano anche parzialmente all'interno delle aree naturali protette, come definite dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394 (legge quadro sulle aree protette) e successive modificazioni e integrazioni; in tal caso le relative soglie dimensionali risultano ridotte del 50 per cento rispetto a quanto previsto nel medesimo allegato 3;
b) ricadano all'interno di aree carsiche, come definite dalla legge regionale 3 aprile 1990 n. 14 (norme per la tutela del patrimonio speleologico e delle aree carsiche e per lo sviluppo della speleologia); in tal caso le relative soglie dimensionali risultano ridotte del 30 per cento rispetto a quanto previsto nel medesimo allegato 3;
c) non ricadano in aree naturali protette ma la struttura competente in materia di VIA ne abbia verificato, secondo le modalità di cui all'articolo 10 e sulla base degli elementi indicati nell'allegato 5, la necessità in relazione alle caratteristiche del progetto stesso e della zona interessata.”
 debbono, secondo la legge ligure, essere sottoposti alla VIA.
La legge regionale della Liguria è visionabile al sito Internet


Ma ricordiamo sommariamente cos' è la V.I.A..
L'errore più comune e grossolano e' quello di confonderla con  un semplice Studio d’Impatto Ambientale. La Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e', al contrario, un’articolata procedura amministrativa.

Nata negli Stati Uniti già dal lontano 1969, attuata in Francia dal 1976, e' diventata in Europa legge con la Direttiva 337 del 1985 e poi modificata e aggiornata con la Direttiva 11 del 1997.
In Italia e' stata recepita nel 1988, per quel che riguarda le opere soggette a procedura di VIA nazionale
 ( con il DPCM del 27 dicembre) e poi nel 1996 con il DPR del 12 aprile per le opere soggette a VIA regionale.
Spesso si dimentica poi che l’esito di questa procedura non e' necessariamente positivo. Infatti, tre possono essere le conclusioni: esito positivo e l' opera si può realizzare, positivo con delle condizioni e prescrizioni, ma anche esito negativo, ovvero l'opera non può essere realizzata poiché la sua realizzazioni apporterebbe gravi danni all' ambiente.
Come scriveva il Direttore Generale del Servizio VIA del Ministero Ambiente, Maria Rosa Vittadini nel notiziario del Ministero (n. 7 del 1999) pubblicato sul  sito Internet del Ministero -
<< Attraverso la VIA  l' Amministrazione deve poter anche scegliere di rinunciare all' opera, qualora gli effetti siano tali da provocare all' ambiente danni irreversibili o alterazioni al di sopra di soglie accettabili>>.
Scopo principale della procedura di VIA e' proprio quello di prevenire i danni all’ecosistema; la procedura va applicata necessariamente prima della sua realizzazione e l’opera sottoposta questa procedura può essere realizzata solo se al termine delle fasi previste l'esito e' positivo.
Le fasi
La procedura prevede 4 fasi. Nella prima fase il richiedente l’autorizzazione relativa al progetto privato o la pubblica autorità che prende l'iniziativa relativa al progetto redige uno studio di impatto ambientale. Lo studio deve contenere la descrizione del progetto con informazioni relative all’ubicazione, progettazioni, dimensioni; una descrizione delle misure previste per evitare, ridurre  possibilmente compensare rilevanti effetti negativi; i dati necessari per individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere sull' ambiente;una sintesi non tecnica delle informazioni fornite.
Lo studio deve inoltre obbligatoriamente contenere il quadro di riferimento programmatico,progettuale e ambientale. Tutte le componenti e i fattori ambientali dell' ecosistema devono essere presenti in questa preliminare analisi. Devono inoltre essere illustrate le principali soluzioni alternative possibili.
Nella seconda fase della VIA, le autorità devono essere consultate secondo le modalità previste dalle leggi nazionali e regionali. La discussione pubblica (o partecipazione) e' la cosiddetta  terza fase. .Avviene in forma di inchiesta e le informazioni sono messe a disposizione del pubblico, ovvero a chiunque ne abbia interesse (singoli, comitati, Associazioni ecc).Cioè deve essere consentito al pubblico  di esprimere il proprio parere prima dell' avvio del progetto e di questo si deve tener conto nell' istruttoria. Deve essere garantita la partecipazione di tutti i cittadini al procedimento.
La quarta e  ultima fase e' quella della valutazione conclusiva e decisione finale.


Le consistenti problematiche  legate alla realizzazione di  un campo da golf  qui esaminate (consumo d’acqua, utilizzo di pesticidi, conservazione degli habitat e delle specie in rispetto delle direttive comunitari) suggeriscono una riconsiderazione  attenta e complessiva del suo impatto sull’ambiente. Laddove è stata effettuata, la VIA (vedi Ravenna per l’impianto di Casalborsetti) ha consentito di evidenziare  la superficialità  e pericolosità per il territorio di molti dei progetti proposti.
Troppo spesso autorizzazioni facili degli enti locali sono state cause di successivi danni ambientali, quasi sempre irreparabili e documentati.
Sarebbe opportuno dunque, a mio avviso, introdurre in Italia una norma nazionale, all’interno di un ancora attesissima legge organica di disciplina della materia sancisca l’obbligatorietà anche per i percorsi golfisti alla procedura amministrativa di Valutazione d’Impatto Ambientale. In attesa della legge nazionale le Regioni potrebbero comunque attivarsi singolarmente con lo stesso fine . 


IL DIBATTITO NEL MONDO


  Il movimento mondiale antigolf, nasce ufficialmente in Asia negli anni ‘90 per merito del giapponese Gen Morita, golfista pentito e convertito all’ambientalismo tanto da considerare questa disciplina
<< il più serio problema ambientale del pianeta essendo responsabile di deforestazioni , uso sconsiderato di pesticidi, diserbanti e acqua e propagazione di disparità sociale>>.
Il 29 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale antigolf, dopo un raduno tenuto nella stessa data del 1993 in Malesia che aveva riunito gli antigolfisti di tutto il mondo.

  Secondo “il Global Anti-Golf Movement (fondato   a Kuala Lumpur, in Malesia, e diffusosi rapidamente in tutta l'Asia industrializzata), l'aristocratico sport britannico in Estremo Oriente si è trasformato in una mania dai disastrosi risvolti ecologici.
 Tutto è iniziato in Giappone, dove il golf è diventato uno status symbol: anche perché, a causa dell'affollamento e della mancanza di spazio, l'iscrizione a un club è una delle attività più esclusive. Dal Giappone la passione per il golf è dilagata in Corea del SudThailandiaMalesia e Indonesia: Paesi che nell'ultimo decennio hanno avuto uno straordinario boom economico e hanno visto formarsi un numeroso ceto medio. Una classe di nuovi ricchi che guarda con ammirazione all'Occidente e ai suoi simboli di promozione sociale, compreso il golf. Il fenomeno ha raggiunto una dimensione tale da indurre il Global Anti-Golf Movement a proclamare il 1995 anno internazionale contro il golf.  Nei sovraffollati Paesi asiatici dove la terra è scarsa ma si costruiscono più nuovi campi che in ogni altro luogo; in Malesia, Thailandia e Indonesia gran parte dei nuovi progetti di edilizia residenziale prevede un attiguo golf-course. Secondo gli antigolfisti, per costruire questi campi si taglia la giungla: nel 1993 il movimento è riuscito a impedire a una società giapponese di costruire un campo in cima alla collina di Penang, una delle pochissime aree vergini rimaste nell'isola malese.
 Nel Sud-Est Asiatico i fitofarmaci impiegati per far crescere l'erba ordinatamente sugli impeccabili greens hanno provocato l'inquinamento di alcuni fiumi e falde acquifere con relative morie di pesci e avvelenamento degli impianti idrici destinati ad alimentare la popolazione. E la manutenzione dei campi da golf toglie acqua ai progetti di irrigazione di nuove colture, in Paesi in via di sviluppo dove parte della popolazione rurale ha una dieta ancora basata fondamentalmente sul riso.  
 Il fenomeno più paradossale e preoccupante è la realizzazione di centinaia di campi su terreni assolutamente non idonei. In Corea del Sud negli ultimi due anni sono state costruite 96 nuove strutture, spostando milioni di tonnellate di terreno per creare le colline artificiali necessarie al gioco: oltre all'indubbio danno paesaggistico, un'operazione così massiccia innesca processi d'erosione del terreno, con probabili smottamenti. Nello stesso Paese asiatico, nel 1992, i lavori di scavo per la creazione di un green hanno causato una frana che ha sepolto e ucciso 54 persone. Si capisce dunque perché sia sempre più numeroso il numero di asiatici che odia il golf.
 A Seul manifestanti antigolfisti si sono scontrati con la polizia. In Indonesia il sindaco di un villaggio ha trascorso sette mesi in prigione per essersi opposto alla costruzione di un campo da golf su di un terreno che la sua comunità coltivava da 40 anni.

 Ma in meno di due anni il Global Anti- Golf Movement è riuscito a bloccare in Giappone la costruzione di 720 nuovi campi: una massa di progetti che avrebbe completamente alterato il paesaggio nipponico, circondando Tokyo di un'improbabile atmosfera scozzese.”
(Fonte Marco Moretti: Tuttoscienze, 14 giugno 1995)


Un cenno è opportuno, sinteticamente,  sulle singole situazioni di  conflittualità venutesi a creare in diverse parti del mondo.
Da registare che la rete internazionale antigolf ha spostato oggi il suo baricentro dall’Asia all’Europa (in particolare nell’area mediterranea) dove le lotte di molti comitati locali che si oppongono a nuovi progetti fanno parte dell’attualità.
 ASIA-        

Filippine

La lotte tra contadini e società pro golf in Filippine e’ diventata drammatica e anche soggetto di alcuni film.
Due contadini che si opponevano al progetto di Nasugbu sono stati uccisi  proprio a causa della loro protesta contro il progetto della Hartbortown golf, a 80 chilometri da Manila, erano  Terry Sevilla e Roger Alla.

Ecco i siti dove e’ possibile attingere alcune interessanti notizie.

- Vietnam
 Di scontri violenti tra contadini vietnamiti e la polizia contro l'insediamento di un campo da golf, nelle vicinanze di Hanoi, di proprietà della Daewoo, il gigante coreano dell'auto, uno dei maggiori investitori stranieri in Vietnam, parla il sito Internet

-         Giappone
La deforestazione avvenuta in Giappone causate da un grande sviluppo dei percorsi golfisti sono studiate in maniera seria e approfondita  nel sito

Di presunti legami tra  criminalità e investimenti turistici legati al golf, riporta il sito
 AMERICA

-          Messico
E’ forse qui che e’ avvenuta la più famosa lotta, finita anche su organi d’informazione prestigiosi (The New York Times, Le Monde e Il Manifesto)che si riferisce al progetto del Consorzio finanziario multinazionale KS: struttura turistica con annesso golf. Dal 1995 in poi l’opposizione arrivo’ ad occupare il palazzo municipale di Tepoztlan , nello stato del Morelos, con ben 4.000 persone.
Nel sito Internet
si possono trovare tutti i particolari.

-         USA
In un comunicato stampa l’EPA, l’Agenzia per l’ambiente degli USA parla della distruzione delle zone umide nell’area di Filadelfia.
Un’azione dell’associazione Sierra Club contro un campo da golf nel Parco di Occoneechee la si puo’ trovare nel sito Internet
  
 -         Hawai
Nella costa est dell’isola, distretto di Kona sud, dopo lunga battaglia e’ stato realizzato un progetto, nonostante la raccolta di firme contrarie di diverse migliaia di persone. La storia nel sito


-         Canada
Un appello per salvare il Parco di Joseph Davis da un progetto golfistico e’ contenuto nel sito
La Federazione dei naturalisti dell’Ontario ha preparato un suo manifesto contro il golf nel parco provinciale di Bronte Creek .

-         Australia
La storia del rigetto da parte del Consiglio Comunale della città di Brisbane (Queensland) si può’ leggere nel sito

April 17, 2007 “How green are your greens?” articolo dall’Australia.
 EUROPASpagna
Anche qui il golf ha conosciuto un grandissimo sviluppo e ora sta incontrando notevoli opposizioni. E’ stato una delle cause del prosciugamento del Coto Donana, una delle aree umide e delle riserve naturali più conosciute in Europa.
Nei siti Internet

sono raccolte le principali lotte, in prevalenza portate avanti da comitati e associazioni della Catalogna (Cerdanyola a Collserola,Torrebonica).Manifestazioni, biciclettate sono state fatte nell’ultimo anno con discreto successo, anche con oltre 5.000 partecipanti.
Diverse decine sono le pagine web con volantini, appuntamenti, documenti ufficiali riguardanti le opposizioni a campi da golf in Catalogna, in particolare dell’Associazione Ecologista ADENC, ma anche di altre associazioni ecologiste e dei Verdi.


Greenpeace, anch’essa in prima linea, evidenzia il legame tra il Piano Idrologico Nazionale della Spagna (PHN) e i campi da golf che attingeranno dal trasversamento del fiume Ebro.Spaventosi i piani presentati:
34 campi nella provincia di Murcia, 24 ad Alicante, 5 a Valencia e 3 Castellòn.


In proposito c’è da registare anche l’intervento del Parlamento Europeo e del Commissario Europeo per l’ambiente. Un’interrogazione (2002/C277E/209) è stata presentata da Maria Sornosa Martinèz (PSE),
Una riflessione sui campi da golf nella regione spagnola dell’Andalusia è contenuta nel sito

  Gran BretagnaUn agricoltore inglese esprime tutta la sua protesta contro un progetto chemetterebbe sul lastrico la propria azienda.
http://www.savearnold.co.uk (pagina ora inesistente).

 -Slovenia
“Gli illeciti, secondo indiscrezioni, riguardano pure l’acquisto di terreni per campi da golf”

- Croazia
 Anche qui sembra essere scoppiato un vero e proprio boom golfistico e le associazioni ambientaliste locali sono intervenute esprimendo preoccupazione.

Complessivamente la Giunta regionale istriana aveva promosso l’apertura di ben 20 campi, ma opposizioni e mancanza d’acqua hanno rallentato  i progetti propugnati direttamente dal Ministero del Turismo. Nell'ultima seduta dell’anno 2003 la giunta regionale ha deciso sulla ripartizione di poco meno di 4 milioni di kune (530.000 euro).
(Il Piccolo 28 dicembre 2003)

 Lo stesso  presidente della Regione, Ivan Nino Jakovcic, è aperto sostenitore della diffusione del golf in Istria (Il Piccolo 28 gennaio 2004).
Pola l’iniziativa per la realizzazione di nuovi campi è dei fratelli Karic, tra i più ricchi imprenditori serbi, e del magnate Usa Mile Rudan proprietario dell’albergo “Pula”.
Cittanova ed Albona  l’iter amministrativo appariva  più semplice, ma anche qui tutto al momento (2003) risulta fermo. Vediamo quali sono i gli altri progetti.
A  Umago la giunta comunale ha bocciato il progetto per un campo da golf a Punta Rossa (Salvore).Per il sindaco Floriana Bassanese le condizioni poste dal proponente al comune erano ritenute umilianti. La notizia è stata riportata dal quotidiano Il Piccolo del 9 marzo a pag.9.

Anche strani personaggi sembrano ruotare intorno agli investimenti del golf  in Croazia. Abid Nazir uomo d’affari iracheno è stato arrestato e poi rilasciato il 9 febbraio 2004 a Pola. La notizia è del quotidiano Il Piccolo del 23 febbraio 2004Nazir è intenzionato a costruire campi da golf a Cittanova e anche nell’antica Ragusa (Dubrovnik in croato, Dalmazia Meridionale) sceso dall’aereo è stato arrestato dalla polizia croata in base al mandato di cattura dell’Interpol , ma è stato liberato poco dopo poiché il mandato era stato ritirato.
Zara (Nona) e Lisignano (Istria meridionale, Ližnjan in croato, campo di Marlera), sono stati presentai due progetti da un’azienda norvegese la Norlandia Ormosog (Il Piccolo 7 marzo 2004).
 Un’impresa americana la G-Squae Inc vorrebbe realizzare 4 campi da golf insieme a tre villaggi turistici e annessi nelle municipalità’ di Orsera San Lorenzo nello splendido Canale di Lemme.(Il Piccolo 10 novembre 2000)
Un secondo  progetto riguarda la zona chiamata Valica, nel Pinguentino a poca distanza dal lago di Bottonego. Stavolta le polemiche sono legate al fatto che il terreno dove e’ previsto il golf e’ un sito dove abitualmente si raccolgono i tartufi. Per Bruno Poropat, presidente del Comitato Regionale istriano per la biodiversita’ e pure il piu’ noto micologo croato prof.Romano Bazac, estirpare gli alberi per far posto al golf sarebbe un delitto ambientale.(Il Piccolo 19  settembre 2000).
Terzo polo golfistico proposto quello della penisola di Merlera, nel meridione dell’Istria.(Il Piccolo 6 ottobre 2000)
Un altro  progetto, non lontano dalla Croazia, ma in territorio italiano, e’ quello di Muggia nel bosco di Punta Ronco.
Al momento l’iter del progetto appare incerto. Oppositori dichiarati e uniti tutti gli ambientalisti locali.
(Il Piccolo 3 ottobre 2000).
  Come segnalato in precedenza un altro fallimento collegato al golf è quello riguardante il Residence Skipper (meglio noto come “il Paradiso di Bossi”) progettato per essere realizzato in Croazia.
Il 25 marzo 2004 la CEIT srl, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Padova per un crac superiore a dieci miliardi di vecchie lire.
 Secondo il quotidiano di Trieste il Piccolo del 6 aprile 2004 (articolo di Enzo Bordin) la CEIT aveva rilevato con grandi speranze le quote di una società croata la KEMCO, protagonista di megainvestimento croato: 2300 appartamenti, un campo da golf, un porto turistico con 200 posti barca, da realizzarsi a Punta Salvore, Golfo di Pirano, non lontano da Portorose.
 La srl , a sua volta è stata fagocitata per debiti dalla filiale croata della HYPO ALPE ADRIA BANK di Klangefurt, di cui risulta socio di maggioranza la Regione Carinzia, governata dal leader della destra populista Jorg Haider.
La CEIT srl , rappresentante legale Sebastiano Cacciaguerra (docente universitario di Udine) aveva come attività la costruzione, gestione e locazione di beni immobili per conto proprio e conto terzi. Fra i suoi 114 soci molti i leghisti come  il sottosegretario agli Interni del governo Berlusconi, Maurizio Balocchi, l’ex ministro Giancarlo Pagliarini, l’ex sottosegretario Stefano StefaniEnrico Cavaliere, presidente del Consiglio Regionale del Veneto e come detto la moglie del Ministro Bossi, Manuela Marrone.
Il tribunale di Padova ha nominato giudice delegato Giovanni Giuseppe Amenduni, curatore fallimentare il revisore contabile Flavio Tullio. L’esame dello stato passivo avrà luogo il 2 luglio prossimo.

 La Procura della Repubblica di Padova ha aperto un’inchiesta penale (p.m. Paolo Luca)  sulla stessa società dichiarata fallita dal tribunale civile, ipotizzando il reato di truffa. 
Ne da ampiamente notizia anche il quotidiano nazionale La Repubblica il 5 dicembre 2003. La Guardia di Finanza, con un decreto di perquisizione del pm Luca, che seque l’inchiesta penale, ha provveduto al sequestro di diversi documenti in possesso dell’ing.Cacciaguerra.


-         Malta
Formato da 19 ONG e dal partito dei Verdi di Malta, il fronte antigolf  e’ anche adesso molto attivo e mette assieme diverse associazioni, anche di contadini locali. Infatti circa 100 agricoltori rischiano di perdere la loro terre a causa dello sviluppo di un percorso golfistico. Vanta al suo attivo anche diverse manifestazioni pubbliche.
Un sito Internet, in inglese e maltese, ricco di foto e documenti, ne riassume la sua attività. Nel luglio scorso a La Valletta si e’ svolta una grossa manifestazione.

 Notizie di contestazioni e presenze antigolf giungono anche da altri paesi mediterranei come Cipro e in Grecia (da parte del WWF).
  I PROMOTORI DEL GOLF 
E’ in atto un tentativo esplicito (a livello nazionale e internazionale)  di presentare il golf sotto un aspettounicamente positivo e  minimizzare tutti i suoi documentati impatti negativi da parte dei promotori di nuovi percorsi.
La disciplina viene propagandata come ecologicamente sostenibile e addirittura utile alla natura.
Per questo motivo è nato un programma di certificazione ambientale denominato: ”Impegnati nel Verde”  un progetto europeo che fa capo alla Committed to Green Foundation e ha lo scopo di fornire una sorta di patente di ecocompatibilità a tutti i gestori di impianti sportivi interessati ad una “migliore interazione tra sport e ambiente”.
L’adesione al progetto è volontaria e “l’obiettivo è quello di ottenere un miglioramento continuo nel rapporto tra il golf e l’ambiente  circostante”..Malgrado le dichiarazioni ufficiali si tratta di una sorta di autocertificazione che in nessun passaggio prevede il controllo di un organo davvero indipendente.
In sostanza  però il programma è verificato dalle stesse associazioni golfistiche. Alcune informazioni in proposito sono consultabili anche presso il sito Internet


 Per cercare di smentire la convinzione comune che lo considera per eccellenza lo sport d’élite, e’ in corso uno sforzo enorme. Probabilmente allo scopo di poter attingere ancora di più soldi dai fondi pubblici, per ripianare gli alti costi di realizzazione e gestione, si cerca di presentare il golf come disciplina aperta e alla portata di  tutti.
Ma anche qui i dati parlano da soli.
Quando si vanno a vedere i costi di iscrizioni ai circoli o i prezzi di una mazza,  risulta davvero difficile sostenerne la sua accessibilità popolare.
 Il testo che segue, sui costi del golf, è tratto da  un sito pro-golf
 I costi
E' inutile negare il fatto che il golf sia uno sport costoso, che richiede di avere a disposizione un po' di tempo libero. Ciò non comporta che il luogo comune che descrive il golf come uno sport elitario non sia errato.
Per praticare regolarmente il golf è necessario essere soci di un circolo. Le condizioni associative variano molto da circolo a circolo: si va da una spesa annua di 2500 euro (più il versamento di una quota a fondo perduto o l'acquisto obbligatorio di una quota azionaria che può arrivare fino a 10000 euro) presso i circoli più blasonati, a quote annue che non sup